Il giudice Alessandra Mirabelli ha fissato venti giorni per riflettere se accettare o meno di salvare Sgp.
I creditori potranno valutare in modo attento la proposta di cui si è parlato con il commissario giudiziale professor Sido Bonfatti, posto in essere dall’amministratore unico della partecipata Corrado Cavallini per giungere ad un concordato relativo ad una situazione dove c'è un debito scaduto che supera i 23 milioni di euro. L’assemblea dei creditori è finita con l’accordo sull’invio di una lettera verso i chirografari affinché decidano se accettare anche l’eventuale formula di pagamento dei debiti. L’ipotesi che è stata presentata da Cavallini per Sgp è che si dovrebbe prendere in considereazione solo il 100% della quota capitale del credito vantato. Il credito in oggetto dovrà essere scoroporato dagli interessi maturati nel tempo. E' stato preparato un rimborso rateizzato in cinque anni che ha al suo interno il pagamento di una prima quota, al 10%, al terzo anno, di un 45% il quarto anno e del restante 45% al quinto anno. La seconda strada per i creditori è provvedere all'accettazione del debito in una sola quota - sempre se Sgp riuscirà a raccogliere somme di questo tipo - purchè il creditore sia d’accordo a ricevere uno sconto del 30%. In tale ipotesi il credito rimborsato in un sola rata andrebbe a finire a 16 milioni risparmiando 7 milioni. Tale modalità consentirebbe la chiusura della questione ma che porterebbe Sgp al rischio dell'accollo di linee di credito bancarie che hanno dei nuovi interessi. Si è discusso anche sul capitolo Global, il contratto multiservizi con il Comune di Sassuolo. Global comprende delle prestazioni che ogni anno raggiunge i 3,2 milioni di euro dove dovranno essere aggiunti introiti da servizi per circa400mila euro per un totale di 3,6 milioni. Tale somma ha ad oggetto una cessione di credito a favore di Bnl, che effettuò il prestito alla partecipata. Bisogna capire se Bnl consentirà ad Sgp di saldare i debiti o se tratterrà l'eccedenza, non fornendo liquidità all'azienda. Se ci sarà un voto favorevole si procederà all'omologa.
Intanto la Cima di Bozzolo aspetta la risposta del tribunale sul concordato
I sindacati e lavoratori della Cima stanno aspettando la decisione del Tribunale, al quale ora toccherebbe fare il passo verso la società di riparazioni ferroviarie di Bozzolo. Quando è stata depositata la domanda di concordato preventivo in continuità aziendale le relazioni si sono inclinati tra i sindacalisti di Fiom e Fim e la dirigenza dell’azienda, con la mediazione di Confindustria. La situazione non è affatto semplice. La società non ha ancora fatto sapere quali sono i debiti in oggetto. I sindacati sono preoccupati per i tempi della procedura. Sarà necessaria la nomina del giudice che dovrà poi incaricare il commissario. I dipendenti sono consumati dalla preoccupazione. 31 di loro sono in cassa integrazione ordinaria. La società ha già anticipato l'80% degli stipendi di ottobre, ci sono però i dubbi sul futuro.
E' vicina l'adunanza dei creditori per la Manfredonia Vetro
Il sindaco Riccardi ha chiestp al giudice delegato per la Manfredonia Vetro che venga rimandata l’adunanza dei creditori programmata il 4 novembre relativamente al concordato preventivo della Sangalli Vetro Manfredonia. Il primo cittadino si è rivolto direttamente al giudice delegato Elena Rossi e, per conoscenza, ai commissari giudiziali Stefano Ambrosini e Luigi Di Fant, al presidente regionale pugliese Michele Emiliano ed ai referenti del Ministero dello Sviluppo Economico, cercando di far capire come dalla relazione dei commissari giudiziali si prevede qualora si decida di simettere unitariamente la società, la soddisfazione dei creditori pari al 3%, e nel caso di dismissione parcellare, assenza totaòe do risorse verso i creditori chirografari. In tal caso emergerebbero le passività connesse allo smaltire i rifiuti, per una quantificazione pari a € 1.814.562,88, in quanto verrebbe meno la causa concreta del concordato. Il sindaco Riccardi sostiene che possa essere discussa la questione sugli oneri di bonifica relativa agli impianti e che la proposta di concordato, così formulata, non sta considerando soluzione per la continutità aziendale e per salvare i livelli occupazionali. Per tali motivi, contattando la dottoressa Elena Rossi, giudice delegato del concordato preventivo, ha richiesto in modo formale che si possa disporre un rinvio dell'adunanza dei creditori, perché si possa permettere a tutti i soggetti interessati nella vicenda una valutazione adeguata, nonché la tutela degli interessi in gioco tra cui spiccano quelli dei creditori, dei lavoratori e quelli che mirano alla salvaguardia della produzione.