Concordato Fallimentare

Concordato di CoopCa e Borsalino


Sembrava ci fosse una soluzione per Coopca e, invece, ha trascinato via ascinando con sé le speranze di un salvataggio che diventa, purtroppo sempre più lontano. Si pensa che non sarà nemmeno Confcooperative a dare una buona svolta a un piano concordatario non sufficiente per tirare CoopCa fuori dal crac.
La fumata nera appartiene alle ultime ore. Il gruppo della grande distribuzione appartiene all’associazione delle coop che circa una settimana fa in un incontro con il presidente del cda Ermano Collinassi e lo stesso numero uno di Confcooperative Fvg, Franco Bosio, era vicino alla formalizzazione di un’offerta per CoopCa, ha deciso di fare dei passi indietro.

Sconforto per CoopCa dopo la risposta del potenziale acquirente

La risposta del potenziale acquirente ha aperto gli occhi sulla dura realtà di una legge del mercato che non sembra perdonare nessuno. CoopCa non sarebbe competitiva, questo è l'oscuro verdetto. E allora, dopo aver visto i numeri anche Confcooperative ringrazia e saluta. I negozi non sono molto richiesti a parte alcuni.
Coop Nordest, Conad, Discount, Alì e Despar hanno presentato delle proposte sui negozi più appetibili.Una quindicina di supermercati in tutto, per altrettanti milioni, gli unici a spingere per òa procedura di concordato.
Ma la partita non si può dire finita. Gli interessi sovrapposti concernono almeno tre punti vendita: Marcon, Rivignano, e Tolmezzo (Mercato) e costringono qualcuno a fare un passo indietro e stringere ulteriormente la cinghia al piano di rilancio.
Non tutte le coop attualmente possono rispondere alla chiamata di solidarietà per cui hanno spinto la Regione e sindacati. Si dà importanza ai criteri economici. E quelli di CoopCa sembrano essere un disastro.
«Sono sorti dei problemi con questo gruppo che si era detto interessato. Stiamo lavorando per verificare se ci sono le condizioni per riprendere in mano una trattativa, ma è molto difficile – dice Bosio –. Il bacino di utenza di CoopCa, tranne qualche eccezione, non è attrattivo. Il vice presidente Bolzonello ha richiamato alla solidarietà. Ma noi non siamo le imprese, siamo un’associazione di rappresentanza e non possiamo costringere un’azienda a fare investimenti poco sicuri».
Più il tempo scorre e più CoopCa potrebbe restare ferma in un limbo senza offerte e senza via d’uscita. Si stanno allontanando, infatti, anche le possibili soluzioni sul Cedi, il super magazzino di Amaro su cui sembra esserci un mutuo di 10 milioni con Banca di Cividale.
Sarebbe venuta meno la multinazionale tedesca che si era detta interessata al capannone. Il tutto mentre diventa problematico il conto alla rovescia al 20 giugno, quando si opterà per l’adunanza dei creditori che dovrà dare il via libera al concordato.
Sono necessari 32 milioni necessari a soddisfare i creditori privilegiati, requisito importante dell’intera procedura. Se per tale data il commissario giudiziale nominato dal tribunale, Fabiola Beltramini, non avrà quanto richiesto potrà decidere di revocare l’ammissione al concordato.

I dubbi sul piano concordatario

Sul piano di concordato elaborato dal cda, il legale dei soci prestatori Gianberto Zilli ha invitato la stessa Beltramini a fare una pronta analisi. E' importante cercare di controllare soprattutto i costi dei professionisti.
«I dubbi derivano soprattutto dal «possibile conflitto di interessi che vede il legale Campeis difendere alcuni membri del cda insieme al collega di studio Muzzolese - dice Zilli -. Insomma, abbiamo chiesto un sistema di garanzia che accerti che non ci sia un travaso di costi a carico di CoopCa. Abbiamo poi evidenziato
l’indeterminatezza delle offerte presentate finora, fortemente condizionate da elementi esterni che riducono la cifra sul piatto da 15 milioni a 13 milioni e 800 mila euro».
A breve sarà, inoltre, approvato il bilancio del 2014.

Il concordato della Borsalino

L’azienda Borsalino, nota per l'arte dei suoi cappelli è stata ammessa alla procedura preconcordataria dal Tribunale di Alessandria, dopo che era stata depositata la domanda di concordato preventivo, alcuni giorni fa. Se si vuole evitare il fallimento del più famoso produttore al mondo di cappelli, reso celebre anche dalle pellicole hollywoodiane è un'anticamera importante. Si sta tentando il tutto per tutto.

Philippe Camperio, finanziere italo-svizzero, dovrebbe affittare l’azienda prima e poi diventare socio al 100% dopo. Sono necessari quattro mesi perché venga depositato il piano di concordato, poi spetterà, come detto, ai creditori.
Il Tribunale di Alessandria ha provveduto alla nomina come giudice delegato Caterina Santiello, come commissari ha nominato Stefano Ambrosini, Ignazio Arcuri e Paola Barisone.
Il nome di Ambrosini è noto in quanto è considerato un esperto di crisi, essendo commissario per la Fondazione Maugeri, Porto d’Imperia, Alitalia e Sangalli Veltro Manfredonia.
Bisogna ricordare che nel 2013 la Borsalino ha fatturato solo 15 milioni di euro ed è stata costretta a non produrre attività come biciclette e profumi, andandosi a dedicare solo ai cappelli.


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