La richiesta rivolta dal curatore fallimentare della Jesma srl a sei titolari di altrettanti contratti di locazione di appartamenti situati a San Giorgio di Nogaro, in provincia di Udine, deve essere stata bene o male questa.
Solo che alla ricezione del sollecito, gli inquilini sono letteralmente caduti dalle nuvole, perché i soldi del canone d’affitto, loro, li avevano regolarmente pagati. Non tramite bonifico, però. Le mensilità più recenti, attraverso una richiesta esplicita di un incaricato della proprietà, erano state versate in contanti perché, secondo quanto spiegato “la Jesma stava modificando il proprio conto corrente”.
È anche questo un passaggio della grande indagine della Guardia di finanza sul fallimento di quattro società e sulla bancarotta milionaria in cui risulta coinvolto l’imprenditore arrestato, Marco Pines, insieme ad altre 13 persone.
Successivamente al crac della Jesma, il tribunale di Udine nominò, come da procedura, un curatore che, esaminando libri contabili e documentazione, aveva rilevato come i sei inquilini degli appartamenti della società, risultassero morosi.
Approfondendo la questione, iniziando col sentire gli affittuari, emerse però che i canoni di locazione erano stati tutti saldati, sebbene con modalità diverse da quelle originariamente concordate. Il denaro era stato versato in contanti ad un tale “Salvatore” incaricato dalla società di riscuotere i canoni dovuti.
Le indagini hanno quindi portato all’identificazione dell’emissario in Salvatore Pillitteri che avrebbe inizialmente ammesso davanti al curatore fallimentare di aver effettivamente eseguito gli incassi impegnandosi a consegnare il denaro unitamente alla documentazione dei canoni riscossi. Tali operazioni, però, in realtà non sarebbero mai avvenute.
Fortunatamente gli inquilini si erano fatti rilasciare una ricevuta all’atto della consegna del corrispettivo. Un pezzo di carta che, sebbene non del tutto inattaccabile sotto l’aspetto giuridico, rappresenta “un elemento di forte carica indiziaria”, secondo i magistrati, dell’effettivo versamento delle somme.
Una vicenda che sembra avere più il sapore di una storia da film. Il caso potrebbe sembrare unico, in realtà non è difficile che possano esserci episodi di questo tipo, dove i cittadini vengono messi alle strette a fronte di errori che provengono dalla controparte.
Immaginiamo, infatti, tutti quelli che sono gli episodi collegati ad Equitalia che la cronaca spesso ci racconta.
Per contrastare questo mal costume è importante, comunque, cercare di avere copie di qualsiasi opera od atto il cittadino compia, in modo da essere incontestabile a fronte di eventuali contestazioni.