A Verona, 36 famiglie sono in mezzo alla strada al Saval, causa fallimento della cooperativa.
Lorenzo Fontana è l’eurodeputato che si sta occupando della vicenda e che si chiede perché, per gli
speculatori romani della Co.Mi, debbano rimetterci le famiglie che con sacrifici han estinto il proprio mutuo su abitazioni che ora rischiano di perdere.
Lorenzo Fontana ha scritto al ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, che è a capo del ministero che controlla la Co.Mi. La speculazione edilizia che è alla base del fallimento era contro lo statuto fondativo della cooperativa. Il ministero è stato inadempiente nel vigilare.
Ci sono, dunque, 36 famiglie che rischiano di perdere la propria abitazione per il fallimento della cooperativa Militari che le ha costruite. Non ci si limiterà a fare lettere, ma sarà fatto tutto ciò che occorre per sbloccare la situazione, con un intervento pubblico di Fontana per far sentire la sua vicinanza. La palazzina a Saval fu costruita nel 1984. Le famiglie di militari, come tutti, avevano iniziato un mutuo. Il prestito al momento è estinto e c’è un credito a favore: un mutuo con le banche. Quello stesso prestito ora è estinto e addirittura con un credito a favore: all'Inps ciascun socio della cooperativa (in tutto 210 tra Verona, Udine, Roma e Trieste) dovrebbe versare circa 10mila euro.
Quali sono, tuttavia, le ragioni del fallimento?
Pare ci sia stato un danno di carattere pecuniario dovuto al ramo romano della cooperativa dopo una speculazione edilizia. Nello specifico, si è trattato di un appalto di 5,4 milioni dato a un'impresa edile per la costruzione di negozi, centri commerciali e parcheggi (rivelatisi abusivi) e mai pagato.
L'impresa appaltante ha dato successivamente via ad un contenzioso, ma commissari romani della Co.Mi hanno deciso di suddividere su tutti i 210 soci il debito, quindi anche sulla 36 famiglie di via Maddalena.
Il risvolto tragico della vicenda è che o queste famiglie pagano 25 mila euro o con la cooperativa di liquidazione perdono la casa.