La bancarotta è collegata al fallimento della società "Agenzia Ippica del Centro Srl", Lupo era inoltre titolare di diversi centri di raccolta scommesse a Palermo e in altre città della Sicialia. Viveva a Londra ed è tornato in Sicilia per mettersi nelle mani dei finanzieri che ormai erano sulle sue tracce.
Lupo si sarebbe appropriato delle puntate di chi scommetteva
Le puntate, infatti, non venivano consegnate ai Monopoli di Stato ma era lo stesso Lupo ad appropriarsi dei soldi di chi scommetteva. Circa 15 milioni e mezzo di euro in cinque anni. Un'appropriazione indebita sfociata in una bancarotta fraudolenta che va oltre i 37 milioni e per il quale Lupo finirà ai domiciliari, un gioco costato caro. Dopo un lungo lavoro di investigazione dei finanzieri della Polizia tributaria di Palermo, la Procura ha chiesto e ottenuto un provvedimento nei suoi confronti, ovvero un'ordinanza di custodia cautelare. Va rilevato che l'imprenditore Lupo, che viveva a Londra, è rientrato in Sicilia per consegnarsi ieri pomeriggio in caserma, una volta saputo dalla madre che i finanzieri lo stavano cercando. Le indagini sono condotte dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca. Il provvedimento è del Gip Giovanni Francolini. Allo stesso giudice per le indagini preliminari,hanno spiegato i difensori di Lupo, gli avvocati Maurilio Panci e Ninni Reina, è stato consegnato una elenco di beni, mettendoli a disposizione dell'autorità giudiziaria a garanzia dei debiti con il fisco. Debiti che, secondo i legali, non erano stati pagati soltanto perché contestati quando la società era già in amministrazione controllata.
Si parla di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, aggravata
La bancarotta sarebbe collegata al fallimento della società "Agenzia Ippica del Centro Srl". La società era amministrata di fatto da Lupo, anche nei periodi in cui l'imprenditore aveva deciso di servirsi di prestanome che svolgessero il ruolo di rappresentanti legali. E' stata dichiarata fallita nell'aprile 2013, anno in cui sono incominciate le indagini di carattere fiscale.
Secondo quanto rilevato dalla Guardia di Finanza, Lupo, tra il 2007 e il 2012, si sarebbe indebitamente appropriato del milionario “monte scommesse” e di tutte le puntate effettuate nell'agenzia del centro città. Stando ai finanzieri guidati dal colonnello Francesco Mazzotta, Lupo si faceva consegnare attraverso l'opera dei suoi collaboratori, in periodo precisi, i contanti. Da qui, è normale che la società incontrasse prima l'insolvenza e poi il fallimento. I debiti erano stati accumulati per oltre 37 milioni di euro.
L’“Agenzia Ippica del Centro Srl” era stata già stata, tra il 2011 e il 2012, al centro delle attenzioni di carattere investigativo del Nucleo di Polizia Tributaria, che l'aveva sottoposta a verifica fiscale. In tale occasione Lupo aveva compreso di essere finito nei guai e di conseguenza aveva provato a spogliarsi del patrimonio, affidandosi a due prestanome, i quali sono al momento indagati.
Elio Lupo sta attendendo un procedimento per estorsione, truffa ai danni dello Stato, peculato e falso. Era finito ai domiciliari quando lo scandalo lo aveva travolto nell'estate 2012 assieme alla sua Elle Group srl. Stando alle accuse, l'imprenditore, il quale possedeva sale bingo e centri scommesse, avrebbe attinto a fondi con i quali avrebbe poi aperto un museo del gioiello antico siciliano e delle arti minori all'interno di Palazzo Castrone S. Ninfa di Palermo. Il progetto, però, non fu mai realizzato. L'imputato avrebbe fatto venire fuori dei pagamenti di fatture mai avvenuti con il solo obiettivo di incassare i contributi, in questo modo avrebbe realizzato una truffa da un milione e mezzo di euro, poi sequestrati all'imprenditore.
Le ulteriori contestazioni mosse a Lupo
A Lupo sono anche contestati in sede processuale alcuni episodi di estorsione ai danni dei dipendenti dei propri centri scommesse costretti a lavorare in nero e minacciati in modo continuo di essere licenziati. Un'impiegata sarebbe stata costretta al rientro in servizio nonostante il periodo di dolce attesa. Un altro capo d'imputazione riguarda i dati alterati trasmessi ai Monopoli di Stato con il sistema informatico che registra le giocate. Appropriazione indebita anche sui ticket dei trasporti locali. Lupo era titolare anche di una società che gestiva la vendita nei distributori automatici dei biglietti Amat.
Si parla, dunque, di nuovi guai giudiziari. Non si tratta solo di bancarotta fraudolenta, ma anche di reati fiscali in connessione al mancato versamento delle tasse e all'infedele dichiarazioni dei redditi nei quali non sarebbero stati menzionati i 15 milioni e 700 mila di scommesse di cui si sarebbe appropriato. C'è poi una segnalazione alla Procura regionale della Corte dei conti che dovrà attivarsi per il recupero del danno erariale dovuto al mancato versamento dei soldi ai Monopoli di Stato.