E' terminata con un processo per bancarotta fraudolenta la vicenda della società cooperativa Arca, 23 soci lavoratori socialmente svantaggiati, che hanno diversi problemi, da quelli fisici a quelli sociali ed uno stato passivo pari ad un milione e 600 mila euro, nonché un mega progetto per arrivare alla costruzione di automobili elettriche. Tra i soggetti imputati ci sono: Piergiorgio Dell’Oro, 67 anni, di Ivrea, che stando all’accusa era l’amministratore di fatto di Arca; Carlo Bertorelle, 59 anni, di Settimo Vittone, presidente del consiglio di amministrazione; Renata Gambro, 53 anni, di Ivrea, vice presidente del cda.
La liquidazione coatta
L’Arca società cooperativa sociale è stata messa in liquidazione coatta amministrativa con decreto del ministero dello Sviluppo economico il 13 marzo del 2007 e nell’aprile del 2010 è stata dichiarata in stato di insolvenza con sentenza del tribunale di Ivrea. L’indagine della guardia di finanza, con la delega del pm Lorenzo Boscagli, ed è partita stando alla relazione effettuata dal commissario liquidatore Luca Achiluzzi, oggi parte offesa nel processo.
Quali sono i capi di imputazione della vicenda
Il primo capo di imputazione concerne la distrazione di una trentina di beni strumentali della cooperativa Arca, tra questi abbiamo due furgoni, un carrello elevatore, un pc, alcuni trapani, dei torni e taluni compressori. Questi oggetti nel giugno del 2006 erano stati affittati da Bertorelle e Gambro per un canone mensile di 500 euro, a una altra cooperativa sociale, la Aosta Ricerca di Pont Saint Martin, che era completamente gestita e amministrata da Piergiorgio Dell’Oro. Poi la Aosta Ricerca aveva ceduto quei beni in favore della E.M. Start Lab Company, società che apparteneva Dell’Oro, escludendo che l’Arca abbia mai ricevuto il pagamento dei canoni di affitto pattuiti. Il tutto, dunque, avveniva, come ha ammesso lo stesso Dell’Oro ieri in aula, andando a falsificare la firma del presidente della cooperativa Aosta ricerca.
Un altro dei capi di imputazione concerne il distacco di cinque operai di Arca, dal giugno al dicembre 2006, in favore della E.M. Start Lab Company. Per tale distacco Arca aveva messo fuori due fatture per un totale di 17mila euro, ed invece l'ammontare totale degli stipendi versati ai 5 operai da Arca era pari 35mila. Ma la E.M. Start Lab aveva pagato ad Arca qualcosa di poco superiore a 8mila euro. Un affare per nulla buono per la cooperativa che in quel periodo versava già in un momento di grave indebitamento. Gli altri due capi d’imputazione concernono solo Bertorelle e Gambro. I due, stando all’accusa, avrebbero compiuto pagamenti preferenziali per 29mila euro a loro stessi e a favore di un socio lavoratore. Inoltre i medesimi, pur essendo consapevoli del dissesto della cooperativa, avevano aspettato l’estate del 2006 per chiedere la liquidazione coatta amministrativa della società consapevoli del fatto che Arca era di fatto in una condizione di insolvenza già nel 2003.
Cosa è successo nell'udienza tenutasi giorni fa
Nell’udienza dei giorni scorsi Renata Gambro, difesa dall’avvocato Luca Fiore, e Carlo Bertorelle (avv. Vanessa Falco) hanno chiesto di essere sottoposti ad esame. Piergiorgio Dell’Oro, avvocato Valeria Giacometti, ha presentato dichiarazioni spontanee. I tre hanno di fatto spiegato al presidente del collegio giudicante (Carlo Maria Garbellotto) che dal 2003 al 2006 avevano preferito sopportare i rischi, andando a cercare nuovi sbocchi, tra i quali il settore delle auto elettriche, affinché non terminasse quella esperienzache dava lavoro a persone socialmente svantaggiate. La prossima udienza si terrà il 12 maggio per la discussione.
A Monselice c'è un altro caso di bancarotta fraudolenta e truffe collegate ad autovetture
E' stato arrestato Deris Cantarello, 43 anni, di Monselice, a seguito di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Stando all'accusa degli inquirenti ci sarebbe stata una truffa a danno di diversi soggetti che avevano acquistato autovetture presso la sua concessionaria. Nel febbraio 2014 quando alla stazione dei carabinieri di Monselice iniziano ad arrivare denunce da parte di cittadini truffati dalla “Autocantarello srl”. Ci sono stati casi dopo il versamento della caparra dove poi non c'eral’acquisto, in altri casi sorgevano problemi al momento in cui avvenival’immatricolazione del veicolo o del perfezionamento del passaggio di proprietà quando veniva scoperto che i documenti forniti da Cantarello erano falsi o del tutto sbagliati.
L’8 maggio 2014, poiché i debiti erano troppi, Cantarello è stato dichiarato fallito con sentenza del tribunale di Padova ma il curatore fallimentare che si occupava della liquidazione è stato presente ad una situazione incredibile: non erano presenti libri contabili e i conti non erano ben scritti.
Le indagini hanno consentito di accertare che Cantarello, assieme alla ex moglie e di un suo collaboratore (che sono stati tutti e due denunciati in stato di libertà), era riuscito ad effettuare una truffa a circa dodici acquirenti, sottraendo al fallimento un milione e mezzo di euro di pagamenti fittizi. Sono sparite circa 25 autovetture. Cantarello risponderà di bancarotta fraudolenta aggravata e truffa in concorso.