Il curatore fallimentare è una figura professionale inserita nella legge fallimentare italiana. Tra i suoi compiti vi è quello di dedicarsi ad amministrare il patrimonio fallimentare e compiere tutti gli step necessari da portare a termine della procedura fallimentare. Il suo lavoro avviene sotto l'attenta vigilanza del giudice delegato e del comitato dei creditori. Il suo compito principalmente è quello di massimizzare la soddisfazione del ceto creditorio, ovvero occuparsi della liquidazione del patrimonio della persona privata o persona giuridica sottoposta a procedimento, del suo recupero crediti, anche mediate delle azioni legali. Il curatore fallimentare si può avvalere di società esterne specializzate nel compito di liquidare l'attivo fallimentare esattamente come previsto dalla Legge apposita fallimentare italiana.
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Requisiti e nomina
La nomina del curatore fallimentare *avviene in seguito ad una sentenza di fallimento da parte del tribunale, oppure mediate un decreto in caso in cui si debba revocare o sostituire un curatore fallimentare già precedentemente nominato. La sua è quindi una figura di pubblico ufficiale, in quanto deve adempiere ai suoi doveri secondo la diligenza richiesta dal suo incarico. Ora che sappiamo come viene nominato passiamo a capire che tipi di requisiti professionali sono richiesti per ricoprire tale ruolo. *I requisiti sono definiti nella legge fallimentare, attualmente vi è una sua nuova versione. Quindi, secondo appunto la legge fallimentare, possono ricoprire tale ruolo: chi rientra nella categoria degli avvocati, dei dottori commercialisti, dei ragionieri, dei ragionieri commercialisti ed infine dei consulenti del lavoro.
Possono ricoprire questo ruolo anche chi ha svolto una funzione di amministratore, direzione e controllo in società per azioni. Andiamo adesso a capire chi non può ricoprire questo ruolo. Naturalmente i coniugi con una persona coinvolta con la sentenza di fallimento, i parenti di ogni grado con il fallito. Anche i creditori dello stesso non possono ricoprire il suddetto ruolo. Infine, tutti coloro che in qualche modo hanno un conflitto d'interessi con il procedimento non possono essere nominati curatori fallimentari. Una volta che viene scelto ed indicato l'incaricato, come viene formalizzata la nomina? Entro i due giorni successi alla nomina, il soggetto nominato deve far pervenire al giudice delegato una formale lettera di accettazione dell'incarico di curatore fallimentare.
Quali sono le funzioni di un curatore fallimentare?
Il curatore fallimentare si occupa di: amministrare un patrimonio fallimentare, sotto l'occhio vigile del giudice delegato e del comitato dei creditori.
Tra le azioni che può svolgere:
può presentarsi in giudizio solo tramite autorizzazione del giudice delegato, a meno che non si tratti di un caso di contestazione con relativa comunicazione tardiva dei crediti di terzi, ma in ogni caso non può svolgere le funzioni di avvocato;
può chiedere di delegare e si può quindi avvalere del supporto di società esterne, particolarmente specializzate nel compito di liquidare l'attivo fallimentare così come previsto dalla Legge. In tal caso si assume l'onere finanziario. Anche quando si appoggia o chiede il supporto di terzi, sotto sua responsabilità, deve assumersi lui l'onere finanziario.
Anche i tempi in cui deve procedere sono dettati dalla legge che regola i fallimenti in Italia. Infatti, non oltre i sessanta giorni si deve occupare di presentare una dichiarazione di fallimento in cui viene presentata una relazione relativa allo studio delle cause e delle circostanze che l'hanno generata e causata. In modo specifico deve redigere il documento occupandosi di trattare quali sono stati i comportamenti dati i quali il fallito si ritiene responsabile delle sorti della società. Deve anche specificare quali sono state le responsabilità degli altri amministratori, sempre se il fallimento dovesse riguardare una società e non un singolo. Mentre in passato si menzionava il tenore di vita del fallito in questa nuova versione della legge non è più richiesto.
Quali sono i poteri del curatore fallimentare?
Il curatore fallimentare deve, con cadenza a 4 mesi, presentare al giudice delegato la sua relazione su tutte le attività svolte con un resoconto di gestione riguardante le entrate e le uscite. Deve presentarne una copia al giudice delegato ed un'altra al comitato dei creditori, depositandola nel registro delle imprese. Deve occuparsi quindi di aggiornare il suo registro quotidianamente. Nel registro vanno, naturalmente, inserite le somme riscosse, le quali devono essere depositate entro 10 giorni su un conto corrente postale o bancario a sua scelta. Il giudice può però ordinare che vengano investiti in titoli di stato oppure, come avviene nella maggior parte dei casi, che siano destinati ai creditori. Ha quindi il potere di compiere atti non rientranti nella normale amministrazione.
Le funzioni del curatore fallimentare sono molte e molto ampie, ma tutte devono essere svolte sempre tenendo in mente due principi molto importanti: il pagamento dei debiti ai creditori e la salvezza o continuità, quando possibile, dell'azienda. La prima importante funzione del curatore è quella di preparare un verbale in cui esprime la situazione attuale della società e come questa sia giunta alla sua insolvenza. Per ottenere ciò, il fallito deve fornire tutte le informazioni e la documentazione richiesta, sia per gli anni in corso che per quelli passati. La suddetta relazione, tra le altre cose, affermerà quanto segue: studio e giudizio sulla situazione contabile e finanziaria del fallito. Relazione delle decisioni assunte dall'amministrazione fallimentare nei suoi compiti di gestione del fallimento.
Ulteriori funzioni del curatore fallimentare
Oltre alla relazione il suo compito è anche quello di occuparsi dell'inventario delle attività e delle passività del debitore. Della creazione di un dettagliato elenco dei creditori, insieme all'ammontare e alla classificazione dei loro crediti. Deve avanzare una proposta di accordo o liquidazione, a seconda di quanto dice il corrispondente curatore fallimentare. Nella relazione non deve dimenticarsi di inserire un giudizio sulle decisioni prese dal fallito (dai suoi amministratori nel caso di società di capitali) nella fase precedente il fallimento, al fine di considerarlo fortuito o colpevole. L'altra funzione principale del curatore fallimentare è quella di dirigere le azioni finanziarie del fallito, in modo che possa continuare a svolgere la sua attività economica e mitigare il più possibile la sua situazione di insolvenza.
Le azioni necessarie del curatore fallimentare
All'interno delle funzioni gestionali analizzate poco sopra, il curatore fallimentare può svolgere praticamente tutte le azioni che ritiene necessarie, tra le quali si evidenziano le seguenti: svolgere tutti i contratti e accordi commerciali richiesti, evidenziando quelli che mirano alla vendita e alla liquidazione dei beni aziendali. Occuparsi di adempimenti contabili, fiscali e di lavoro con l'amministrazione. In altre parole, presentare conti, dichiarazioni dei redditi e contributi previdenziali. Convocare le riunioni. Occuparsi di tutte le attività lavorative dell'azienda: assunzione di nuovi dipendenti, licenziamenti, modifica dei contratti di lavoro, avvio di file di regolamentazione del lavoro e così via. In sintesi è sia la persona che verifica se il fallito si è comportato diligentemente o meno, sia la persona che cerca di salvare l'azienda.