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A rischio zuccherificio Termoli


“Il salvataggio dello zuccherificio, o di una sua diversa dimensione produttiva, è possibile solo se gli impegni presi in questi mesi verranno concretizzati, a partire dalla programmazione della campagna bieticola 2015, tutt’altro che certa. Infatti ancora non è stata data risposta alla richiesta di incontro fatta dalle Rsu all’amministratore dello zuccherificio, per capire le modalità di attuazione della campagna, informazioni che dovevano essere fornite circa un mese fa”.
Questo è il comunicato che è stato inviato e che non lascia alcuna strada a delle libere interpretazioni. Ciò, attestano, dunque, le sigle sindacali di Cgil, Cisl e Uil di settore diramato a margine dell’incontro che è avvenuto all’assessorato regionale all’Agricoltura perché si potesse parlare del futuro dello Zuccherificio del Molise. A tale incontro si sono presentato l’assessore Vittorino Facciolla e l’amministratore unico, Enrico Cianciosi, ma non c’è stata neanche una garanzia  di alcun tipo per l’avvio della campagna, di qualsiasi entità sia.

I sindacati hanno valutato in modo positivo la disponibilità dell’assessore Facciolla

Gli stessi sindacati hanno guardato «positivamente alla disponibilità dell’assessore Facciolla, ma contestualmente hanno ribadito che bisogna passare dalle parole ai fatti”. L’incontro è avvenuto dopo la richiesta che è stata presentata dai sindacati a seguito dello stato di grande preoccupazione causato dal recente fallimento della vecchia Spa, a cui la newco si era direttamente collegata. Le rappresentanze sindacali hanno dunque chiesto, all’assessore quanto all’amministratore, “precise informazioni sul percorso da seguire per tutelare uno dei presidi produttivi e occupazionali più importanti della regione Molise”. Il recente fallimento che è stato ordinato dal tribunale di Larino va a rendere più difficile una situazione che spesso le organizzazioni sindacali “hanno denunciato essere allarmante e preoccupante per il destino dei 79 lavoratori fissi e degli avventizi, nonché della filiera agricola collegata. Ancora non vi sono certezze in merito alla programmazione della campagna 2015 e persistono incertezze per il futuro, visto che anche l’ultimo bando per la vendita dello stabilimento è andato deserto”.

Si richiede principalmente che vengano garantiti la stabilità lavorativa e l’occupazione

Garantire lavoro e occupazione, partendo dalla possibilità di programmare in modo certo la campagna, che ancora non è stata garantita. Questa la richiesta, molto sentita ed accesa, che sta partendo dai lavoratori i quali allo stesso tempo hanno fatto rilevare una forte preoccupazione relativamente alla possibilità di far retrocedere il fitto del ramo d’azienda dalla Srl alla Spa. Questa scelta andrebbe, in ogni caso, a peggiorare l’attuale condizione dei lavoratori del sito di Termoli, già molto precaria di suo. Se venisse decisa un’operazione di questo tipo, i lavoratori non avrebbero accesso ai minimi strumenti di tutela ancora disponibili, partendo dalla cassa integrazione straordinaria. I rappresentanti hanno chiesto che venga ad essere formata una task force per la difesa dell’occupazione in Molise, che parta proprio dal presidio produttivo che viene ad essere rappresentato dallo stabilimento di Termoli, il quale da circa 44 anni è l’unico punto di riferimento per la filiera bieticola-saccarifera della zona del centro sud.

Le affermazioni di Di Lisio

“Noi siamo pronti a rientrare per la manutenzione – ha spiegato Antonio Di Lisio della Flai Cgil - attendiamo con ansia di essere richiamati come garantito pochi giorni fa anche se il 21 maggio è stata emanata una sentenza molto chiara del giudice. Non si gioca sulla pelle dei lavoratori – ha detto il rappresentante di fabbrica - sono otto mesi che stiamo a casa e l’orizzonte non si vede. Ho sempre detto che ognuno di noi si assume le proprie responsabilità e vogliamo capire – ha aggiunto  Di Lisio - se il rischio di fallimento anche della srl sia reale”.

La difesa del piano occupazionale è l’elemento fondante di questa protesta

Inoltre, è stata rilevata l’esigenza di proseguire il confronto relativo al Ministero delle Politiche Agricole, con l’obiettivo di dare vita all’intento condiviso nell’incontro che è avvenuto circa il 14 maggio, ovvero quando fu costituito un tavolo permanente di monitoraggio sulla crisi del settore, che prendeva il lancio proprio dalla condizione drammatica in cui versa il sito molisano. “Il tavolo permanente, presso il Ministero quanto presso la Regione Molise – hanno concluso i sindacati - è fondamentale anche per le prospettive future e la difesa del presidio occupazionale. La prossima asta per la vendita dello stabilimento chiarirà se è possibile immaginare un futuro diverso dalla dismissione, e volto alla difesa dell’occupazione e alla tutela del lavoro”. La scadenza del settimo è stata prevista per il 4 agosto con un prezzo a base d’asta ulteriormente che è stato ribassato a undici milioni e 560mila euro.


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