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Vocabolario di Shakespeare acquistato all'asta on line


È nato il 23 aprile ed è morto il 23 aprile ed in 52 anni di vita ha scritto almeno 3 mila parole del vocabolario inglese e ha utilizzato 7000 parole per una sola volta nelle sue commedie. Il suo soprannome è il Bardo di Avon, ovvero il poeta secondo i popoli celtici.
William Shakespeare, icona britannica per eccellenza stupisce dopo 450 anni attraverso un’asta on line

Ai loro parenti l’aver partecipato ad un’asta per acquistare un dizionario su eBay alla cifra di 4mila dollari sarà sembrata una pazzia, tuttavia loro in fondo se lo sentivano che quell’asta dovevano vincerla a tutti i costi.
Il tempo e le ricerche hanno, però, dato soddisfazione: il vocabolario sembrerebbe quello utilizzato da William Shakespeare, ricco di annotazioni autografe del poeta. I protagonisti di questa storia sono Daniel Wechsler e George Koppelman, due librai antiquari di New York. La storia viene raccontata dai due nel libro “Shakespeare's Beehive: An Annotated Elizabethan Dictionary Comes to Light”, che proprio il 23 aprile è uscito negli Stati Uniti in concomitanza con il compleanno di Shakespeare che nasceva 450 anni fa.

La storia viene precisata in un comunicato della casa editrice Axletree Books di New York: il 29 aprile 2008 i due antiquari statunitensi acquistarono a un'asta online sul sito di eBay un volume firmato da John Baret, dal titolo "Alvearie or Quadruple Dictionarie", stampato a Londra nel 1580, che leggenda vuole sia stato sfogliato da Shakespeare.

Durante questi sei anni Koppelman e Wechsel hanno effettuato uno studio approfondito con particolare attenzione il dizionario da loro acquistato per 4.050 dollari, raccogliendo i pareri a più autorevoli specialisti del drammaturgo inglese.
Quando le ricerche terminarono, ritenettero di aver trovato tracce dell'uso del dizionario da parte di Shakespeare e di aver identificato tra le pagine anche le lettere "S" e "W" che confermerebbero il possesso dell'esemplare tra le mani del noto bardo.

L’importanza di questa scoperta compiuta dai due librai antiquari verrà spiegata da Adam Gopnik sul prossimo numero della rivista "The New Yorker" che porta la data del 28 aprile. Come fa notare The Atlantic, tra tutti gli accademici c'è anche chi ha delle perplessità. Secondo l'antiquario Henry Wessells, ad esempio, non è detto che le annotazioni riportate sull’agenda siano per forza di cose originali. A questo punto toccherà alla Folger Shakespeare Library di Washington DC esprimersi, la più grande libreria del mondo che raccoglie tutto il materiale che fa riferimento a Shakespeare.