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Quanto tempo ci vuole per fallire?


Anche se i recenti provvedimenti in materia di fallimenti sembrano aver velocizzato (in parte) l’iter per chiudere le procedure giudiziarie, la durata media dei fallimenti è ancora molto distante dall’ideale e, soprattutto, manifesta delle grandi divergenze tra le varie zone della Penisola. Tant’è che, se a Trieste un procedimento fallimentare viene chiuso in genere entro tre anni, a Siracusa per ottenere lo stesso risultato bisogna impiegarne ben 16. Un divario significativo (anzi, eccessivo), che porta Trieste a ottenere un risultato meritorio (meno della metà della media nazionale) e Siracusa un risultato sicuramente meno apprezzabile (più del doppio della media nazionale).

La media nazionale

A proposito di dati, il 2015 ha manifestato che un procedimento fallimentare viene chiuso mediamente in 7,4 anni o, se preferite, in 2.700 giorni. Un passo in avanti in termini di efficienza rispetto al 2014, quando invece il procedimento fallimentare si protraeva stancamente per 8 anni. Dunque, in termini sintetici, una sforbiciata di circa un semestre, che ha permesso al dato statistico di tornare indietro al 2006, quando il livello era più o meno lo stesso.

A comunicarlo, il report “La durata dei fallimenti chiusi in Italia 2015”, realizzato da Cerved utilizzando i dati ricavati dal Registro delle imprese in base alla provincia in cui l’impresa ha la sede legale, su cui il quotidiano Il Sole 24 Ore ha recentemente compiuto un interessante approfondimento.

Le dichiarazioni di Cerved

A commentare i dati è stato Marco Nespolo, amministratore delegato di Cerved, secondo cui “le nuove regole sembrano aver incentivato i tribunali ad aumentare il numero di pratiche lavorate”, e per il quale “tra il settembre 2015 e il marzo 2016 si registra un aumento del 13% dei fallimenti chiusi, che di fatto inverte la tendenza vista nei primi otto mesi del 2015”. In tale periodo è stato possibile riscontrare una flessione del 5% nel numero delle procedure concluse.

Per l’amministratore delegato di Cerved, una prima riduzione dei tempi è legata al minor numero di fallimenti di imprese individuali, che solitamente richiedono tempi più lunghi. Dunque, ci si attende – prosegue Nespolo – “che l’accorciamento della durata delle procedure si rafforzerà nei prossimi anni, quando le nuove norme saranno pienamente operative”.

Una conferma dai dati 2016

Effettivamente, gli auspici di Nespolo sembrano trovare buon accoglimento dai dati arrivati sul primo trimestre 2016, in cui sarebbero stati chiusi poco meno di 3.000 fallimenti, il 16% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con registrazione di una durata media di 83 mesi contro i precedenti 90 mesi rilevanti nel primo trimestre 2015.

Ancora, i dati statistici segnalano come tra il mese di settembre 2015 e quello di marzo 2016 la quota di procedure che sono state liquidate entro i due anni abbia superato il 20%, per un dato record nel corso dell’ultimo decennio. Dopo la riforma, i tribunali che hanno ottenuto il miglior risultato in termini di accelerazione delle chiusure dei fallimenti sono stati quelli di Lombardia, Veneto, Sicilia e Lazio, mentre è stato registrato un rallentamento in Campania, Puglia, Basilicata, Liguria, Sardegna e Umbria.


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