I principi del CNDCEC
Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili ha emanato, negli scorsi giorni, un documento contenente l’enunciazione dei principi per la redazione del piano di risanamento al fine di fornire ai professionisti uno strumento utile per il corretto svolgimento delle analisi richieste sui piani di risanamento.
Secondo quanto affermato dal consigliere nazionale delegato alla Crisi di Impresa Dott. Andrea Foschi, “obiettivo del documento è quello di presentare un modello di comportamento da seguire al fine di individuare correttamente le cause della crisi mediante un’adeguata diagnosi della stessa; i corretti dati di partenza del piano; le strategie di risanamento; i prospetti patrimoniali, economici e finanziari previsionali; la manovra finanziaria onde pervenire al riequilibrio economico, patrimoniale e finanziario dell’impresa in crisi.”
Questo documento è stato pensato, quindi, oltre che per i commercialisti, anche per tutti coloro che sono coinvolti non solo in situazioni di crisi, ma anche in processi di riorganizzazione aziendale.
Ripercorriamo, brevemente, alcuni dei punti cardine del documento citato.
Il piano di risanamento
Il piano di risanamento, che presuppone l’esistenza di uno stato attuale di crisi, viene definito dal Consiglio quale documento ove vengono rappresentate le azioni strategiche e operative tramite le quali un’azienda intende uscire dallo stato della crisi, ripristinando così le condizioni di equilibrio economico, finanziario e patrimoniale.
Per “stato attuale di crisi” deve intendersi la situazione di peggioramento dei risultati economici di una azienda e la probabilità di insolvenza futura.
Qual è il fine principale del piano? Il fine del piano di risanamento è quello di far convergere il consenso degli stakeholders verso la deliberata azione di risanamento affinché aderiscano al progetto, contribuendo con risorse operative o finanziarie o con l’adesione ai sacrifici richiesti.
Principi generali: di redazione, sui contenuti, sulla forma
L’elaborato del CNDCEC suddivide in tre sezioni i principi inerenti il piano di risanamento.
In particolare è stabilito che:
- riguardo la redazione del piano: il piano deve essere redatto tempestivamente al fine di rimuovere le cause della crisi prima che assumano intensità tale da non rendere attuabile il risanamento, ampliando così il raggio delle opzioni di risanamento. Per la redazione del piano sono richieste conoscenze teorico/pratiche ed adeguata disponibilità di tempo. Nella redazione del piano assume primario rilievo l’impegno del management. Quest’ultimo dovrà dimostrare sia durante la redazione che durante l’esecuzione del piano il preciso intendimento verso il risanamento.
- riguardo i contenuti del piano: Il piano deve essere sistematico, coerente, attendibile ed evidenziare la possibilità di raggiungimento di un equilibrio finanziario, economico e patrimoniale sostenibile.
- riguardo la forma del piano: il piano deve essere un documento in forma scritta e per esteso e non un semplice assieme di slide senza contenuto analitico. Deve prevedere un indice, una parte descrittiva, con pagine progressive firmate dal legale rappresentante. È opportuno che il piano, partendo dalla presentazione dell’azienda e dalla situazione di partenza, sia sviluppato seguendo una sequenza logica nel definire le ipotesi e le strategie di intervento e presentarne gli esiti previsionali. Il piano deve presentare i dati e le operazioni attese in modo analitico e con un grado di dettaglio tale da consentire di valutare l’avanzamento ed il grado di raggiungimento degli obiettivi e di svolgere comparazioni con i corrispondenti dati storici.
Il processo di elaborazione del piano
Le linee guida si sono soffermate anche sul processo di elaborazione del piano. Nello specifico è stato stabilito che l’organo amministrativo per la redazione del piano può ricorrere a consulenti esterni specializzati.
Il piano dovrà essere composto di una prima parte introduttiva che fornisce una sintesi della descrizione del piano e dell’azienda, compresa anche l’analisi storica dei dati economici, finanziari e patrimoniali dell’azienda. Vi sarà, poi, una parte riservata alle strategie applicate in precedenza e di quelle in atto.
Il Piano dovrà contenere, inoltre, la descrizione dell’organigramma aziendale e una sintetica descrizione della composizione quantitativa e qualitativa del personale dipendente.
Nella rappresentazione dello stato di crisi andranno descritti i sintomi di criticità della situazione finanziaria, economica e patrimoniale, tramite gli opportuni indicatori tipici dell’analisi di bilancio.
Strategia generale di risanamento
Al fine di meglio individuare le più opportune interazioni strategiche su cui fondare il piano, secondo il CNDCEC è opportuno che questo fornisca chiaramente le ragioni della crisi e della situazione in cui versa l’impresa.
Le ipotesi alla base della strategia di risanamento dovranno, quindi, essere formulate in modo coerente con il contesto in cui opera l’azienda, con la sua struttura organizzativa, con la sua capacità produttiva, con la storia e le attese macroeconomiche.
Nel caso di strategia che contempli la dismissione di parti del patrimonio aziendale è opportuno includere nel piano le informazioni relative alle manifestazioni di interesse di potenziali acquirenti o valutazioni peritali indipendenti.
Nel piano andrà descritta la strategia di risanamento da adottare in termini di azioni di medio termine in grado di definire un assetto industriale e finanziario sostenibile e di creare i presupposti per il risanamento dell’impresa.
Dovranno essere previste, inoltre, le principali azioni da porre in essere al fine di realizzare la strategia individuata nel piano, distinte in base alle aree sulle quali impattano.
Esecuzione e monitoraggio del piano
Le linee guida del CNDCEC prevedono anche che al fine di ridurre il rischio di mancata attuazione del piano e per favorire gli interventi correttivi necessari in fase di attuazione occorre prevedere una specifica fase di monitoraggio del piano.
A tal fine sarà utile l’adozione di un cruscotto aziendale nel quale annotare, con adeguata periodicità l’andamento delle performance e lo scostamento rispetto a quanto pianificato.
Si ricorda che le linee guida fornite da Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili non ha carattere prescrittivo ma solamente indicativo.