Per salvare l'autostrada lombarda simbolo del federalismo ora si conta sull'appoggio di Roma
La legge del contrappasso. Avete presente la Pedemontana, l’autostrada simbolo del ‘federalismo infrastrutturale’ lombardo, l’opera costruita al grido di ‘Roma ladrona’… bene, a quanto pare ora solo fondi provenienti dalla capitale tanto vituperata potranno salvare dal crac finanziario la società di gestione della tratta stradale. Lo spettro del fallimento, infatti, aleggia sempre più minaccioso sul collegamento, ancora da completare interamente, tra le province di Varese, Como, Monza e Bergamo.
La perizia super partes che inguaia la società di gestione
A certificarlo ci sarebbe la perizia ‘super partes’ richiesta dal tribunale fallimentare di Milano, secondo la quale – come riportato da Repubblica - la società è palesemente “in stato di insolvenza” e il fallimento sarebbe, stando ai conti, “inevitabile”. Con la perizia, quindi, il commercialista Ignazio Arcuri, incaricato dal tribunale fallimentare di fornire un parere sulla richiesta di fallimento della società avanzata dai Pm avrebbe di fatto confermato la tesi della Procura di Milano. Un parere fondamentale quello del consulente in vista della prossima udienza fallimentare in programma lunedì 4 dicembre.
La società sarebbe in grave stato di insolvenza
Arcuri era chiamato a dirimere la contesa tra la tesi dei Pm, forti di una consulenza tecnica di seimila pagine secondo cui la società non sarebbe “in grado far fronte agli impegni finanziari necessari per completare il progetto” per il collegamento tra Cassano Magnago e Osio Sotto, dato che “i ricavi nemmeno si avvicinano alle perdite”, e quella contrapposta del pool di legali di Apl, secondo cui la richiesta di fallimento sarebbe “infondata, sia sotto il profilo giuridico che sotto quello economico-finanziario”, in quanto “l’insolvenza della società non esiste e il conto corrente è in attivo”. Due tesi contrapposte, anzi, in completa antitesi, di fronte alle quali il Collegio del Tribunale ha chiamato in causa il terzo perito.
Il 4 dicembre udienza chiave e Maroni confida nel Cipe
Per evitare che il tribunali dichiari il fallimento della società, occorre dunque che da qui all’udienza del 4 dicembre qualcosa accada. E quel qualcosa, per il governatore Roberto Maroni, è lo sblocco della convenzione tra Concessioni Autostradali Lombarde e la società Pedemontana, atto fermo al Cipe che “potrebbe togliere argomenti alla richiesta di fallimento” – ha detto Maroni prima di incontrare il ministro Graziano Delrio. Si conta sull’aiuto di Roma, dunque, ma il tempo stringe.
Intanto si tenta di rinegoziare il debito da 200milioni con le banche
E se dalla capitale non arriveranno ‘aiutini’, l’unica alternativa al fallimento consisterebbe nel reperire finanziamenti privati. Il fronte battuto dalla società, appunto, al lavoro da settimane per rinegoziare i termini di restituzione dei debiti contratti con le banche, circa 200 milioni di euro. Ma gli istituti di credito chiedono che la Regione Lombardia si faccia garante dell’operazione.