Proprio in questi giorni presso la Sezione fallimentare del Tribunale civile di Monza c'è stata la vendita senza incanto del lotto unico dell’Ac Monza Brianza 1912 formato da: “diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori, struttura ed organizzazione settore giovanile, immobilizzazioni materiali, indumenti, targhe, trofei, marchi sociali”. Il prezzo di partenza era di 624mila euro, ma per poter iscrivere la squadra al campionato i potenziali acquirenti si sarebbero dovuti sobbarcare dell’intero ammontare del debito sportivo o avrebbero dovuto garantirlo attraverso una fideiussione bancaria a prima richiesta. Parliamo di circa 2 milioni e 408.624,49 euro dai quali però bisogna sottrarre i 600mila euro della fideiussione depositata un anno fa in Lega Pro per poterla iscrivere all’ultimo campionato disputato.
Che cosa sarebbe dovuto accadere con l'asta
I concorrenti avrebbero dovuto lasciare presso la Cancelleria della Sezione fallimentare del Tribunale di Monza una busta chiusa che conteneva al suo interno la propria offerta entro le ore 10.30. Ma alle 11, nell’aula al civico 5 di via Vittorio Emanuele II, il giudice delegato Giovanni Battista Nardecchia, con la presenza dei curatori fallimentari Giuseppe Nicosia ed Elisabetta Brugnoni, oltre che di circa dieci persone di pubblico, con giornalisti e fotografi (per la società erano presenti il direttore tecnico Alfredo Pasini, il responsabile marketing Diego Colombo e l’addetto stampa Marco Ravasi), ha spiegato: “Non è stata depositata alcuna busta. Pertanto si terrà una seconda vendita senza incanto dopodomani alle 15.30. Il prezzo a base d’asta sarà di 468mila euro”. Se anche la seconda vendita senza incanto dovesse finire deserta, si prevede una terza e ultima asta venerdì prossimo alle 11, con un prezzo di partenza di 351mila euro (ulteriore ribasso di un terzo).
Le dichiarazioni di Nicosia e Brugnoni
Nicosia e Brugnoni, fermati dalla stampa, hanno rilasciato le seguenti dichiarazioni. “Grazie alla rescissione consensuale del contratto biennale stipulato nel 2014 tra la società e l’allenatore Fulvio Pea – dicono i due curatori – giunta venerdì scorso assieme alla decisione del tecnico di rinunciare al 60% degli emolumenti che avrebbe dovuto ricevere per il lavoro prestato in questa stagione, il debito sportivo è stato alleggerito di circa 200mila euro ed è stato dato ‘respiro’ ai potenziali acquirenti in quanto il contratto di Pea era il più oneroso tra quelli in carico al club (circa 300mila euro lordi annui, ndr). Oggi pomeriggio incontreremo i due capitani della squadra della stagione appena conclusa: Marco Anghileri (attualmente tesserato per l’Albinoleffe, ndr) ascolterà e parlerà a nome della rosa che ha disputato il girone di andata del campionato, mentre Omar Torri farà altrettanto per quella che ha disputato il girone di ritorno. Con loro cercheremo di capire quali sono i margini di trattativa per arrivare a un accordo coi giocatori per la riduzione ulteriore del debito sportivo. Attualmente, grazie alla fideiussione da 600mila euro, percepirebbero dal fallimento circa il 25% degli emolumenti arretrati non pagati (considerando che alla mensilità di agosto hanno già rinunciato lo scorso ottobre, si tratta dello stipendio di settembre e di quelli successivi fino a quello del mese corrente compreso, ndr). Noi chiederemo loro di accontentarsi del 20% della parte mancante: dunque tra emolumenti di luglio percepiti, quota della fideiussione e transazione col Fallimento arriverebbero alla fine a portare a casa circa il 50% di quanto era stabilito dai contratti. I giocatori devono capire che se le aste andranno deserte perderanno circa la metà di quanto otterrebbero invece con un accordo”.
Le parole del giudice delegato
Il giudice delegato ha spiegato: “I potenziali acquirenti non hanno solo da versare immediatamente i soldi per l’acquisto degli asset della società fallita e quelli per saldare il debito sportivo, ma devono anche depositare entro pochi giorni una fideiussione da 400mila euro per l’iscrizione al campionato e dimostrare di possedere un adeguato patrimonio e risorse sufficienti a garantire il soddisfacimento degli oneri relativi al campionato di competenza. Insomma, il vero problema sono i tempi stretti per poter effettuare tutte le operazioni”.
Nicosia ha poi fornito delucidazioni in merito agli ulteriori soggetti interessati:“Confermo che c’è un certo interesse per il Monza – ha risposto Nicosia – I professionisti che si sono rivolti a noi per chiarimenti sono diventati tre. Abbiamo fornito loro tutta la documentazione in nostro possesso, come l’ordinanza di vendita, le perizie, i contratti”.
E' poi partito il toto-acquirenti: le tre cordate in questione sarebbero quelle di Massimo Meoni e Matteo Rocca, quella di Arrigo Persichetti e Angelo Narducci e quella di Salvatore Zangari. La cordata di Nicola e Riccardo Colombo, così come quella di Paolo Leonardo Di Nunno, stanno formando nuove società per richiedere al sindaco di attribuire loro il titolo sportivo di Serie D qualora le aste finissero per deserte e il presidente della Figc, d’intesa con il presidente della Lega nazionale dilettanti, permettesse a una grande città come Monza l’iscrizione in soprannumero alla quarta serie.