Lo storico marchio di cappelli dopo due anni di crisi finanziaria è in attesa dei fondi necessari. Intanto continua a mietere successi
Prova il rilancio una delle storiche aziene italiane che è entrata in crisi un paio d'anni fa: Borsalino. Il marchio di abbigliamento fu fondato nel 1857 ad Alessandria ed è a tuttoggi un'icona dell'eleganza grazie ad una storia iniziata con il cappellaio Alessandro Borsalino. Si tratta di un'azienda, dal punto di vista produttivo, sana. La crisi è nata nel 2015, quando Marco Marenco - che di Borsalino era diventato il proprietario di maggioranza - è finito nei guai a causa di una bancarotta fraudolenta, trascinando nella crisi anche l'azienda di cappelli. Insomma, come è stato rilevato da diversi osservatori, in questo caso è stata la finanza a rovinare l'industria.
Per pagare i dipendenti e i fornitori, di fronte alla crisi di liquidità che è scaturita, il cda ha chiesto un concordato al tribunale. L'azienda è stata salvata nel maggio del 2015 da un iimprenditore italo-svizzero: Philippe Camperio. La sua cordata ha affittato il ramo di azienda attraverso il fondo Haeres Equita. Nel frattempo il marchio non conosce crisi: le vendite non risentono delle questioni finanziarie ma è arrivato, nel frattempo, l'alt del tribunale al primo concordato.
Si arriva a questi giorni: a breve i giudici si pronunceranno sulla nuova richiesta di concordato mentre il cda è chiamato ad approvare la ricapitalizzazione garantita da Haeres Equita. La cifra è salita da 7,5 a nove milioni di euro e l'assemblea, inizialmente fissata per l'11 settembre, è stata aggiornata al 18 settembre. A fine agosto su alcuni organi di stampa si è parlato di interessi cinesi dietro la cordata ma queste voci sono state smentite da Camperio stesso. Questo mese è quindi decisivo per Borsalino che, intanto, con gli ultimi modelli Panama continua a mietere successi.