Secondo quanto asseriscono gli ultimi dati ufficiali a nostra disposizione, il contenzioso tributario sarebbe stato ancora in calo nel corso del 2016, con il numero delle cause con il Fisco avviate dai contribuenti italiani che è diminuito di oltre il 10% rispetto all’anno precedente, passando dalle 261 mila unità del 2015 alle 233 mila unità del 2016, mentre il totale delle controversie definite è calato del 2,8%, passando dalle 303 mila unità alle 294 mila unità.
Il saldo, evidentemente positivo, ha permesso di abbattere del 12% il numero dei fascicoli pendenti presenti sulle scrivanie delle Commissioni tributarie provinciali e delle Commissioni tributarie regionali italiane, calato per la prima volta sotto quota 500 mila unità. Viene invece mantenuto sostanzialmente stabile il valore economico delle liti, a quota 32 miliardi di euro, con valore unitario medio di 112 mila euro in primo grado e di 194 mila euro in secondo grado.
I ricorsi
Entriamo ora più nel dettaglio sul numero e sull’andamento dei ricorsi. Stando ai dati di riferimento, nel corso del 2016 i cittadini e le imprese hanno avviato poco meno di 233 mila contenziosi con l’Erario e nei confronto degli enti locali. Di questi, più di 164 mila costituiscono la base per poter instaurare vere e proprie nuove cause, in quanto instaurate proprio in primo grado, mentre sono circa 69 mila le procedure che si riferiscono ad appelli contro le decisioni che sono state emesse dalle Commissioni tributarie provinciali. Su base annua, il calo dei flussi in entrata, rispetto al 2015, si attesta rispettivamente al 13% e all’1%.
Per quanto concerne le decisioni, le controversie decise hanno superato le 294 mila unità, di cui 232 mila in Commissione tributaria provinciale e 62 mila in unità Commissione tributaria regionale. Il taglio delle giacenze, cumulativo, è così del 12%, con una percentuale che è più del doppio del 2015. Nell’ipotesi in cui il trend dovesse essere mantenuto anche in presente e in futuro, la tendenza permetterebbe di abbattere pressoché interamente l’arretrato nel giro di otto anni.
L’effetto della mediazione
I numeri di cui sopra non possono che essere letti in integrazione con quelli relativi alla mediazione: per le liti sotto i 20 mila euro nei confronti dell’Agenzia delle entrate i ricorsi continuano infatti a diminuire, mentre l’estensione del reclamo obbligatorio prima di adire il giudice tributario anche agli altri enti non sembra aver prodotto finora i risultati che erano stati auspicati dal legislatore.
Di fatti, stando a quanto afferma il Mef, nel corso dei primi nove mesi del 2016, è stata osservata una ulteriore riduzione delle liti contro le Entrate di oltre il 18%, rispetto allo stesso periodo del 2015. Le controversie sotto i 20 mila euro pervenute contro i restanti enti sono invece rimaste uguali rispetto al 2015, senza alcun risultato degno di nota.
Ad ogni modo, per poter esprimere un commento più concreto sulla modifica apportata dal dlgs n. 156/2015 bisognerà attendere solamente il consuntivo del 2016…