Tale decisione chiude la storia dell’azienda di design e progettazione di Caprie nata dall’eredità di Nuccio Bertone dopo la cessione delle carrozzerie dello storico marchio dell’automotive italiano. Un marchio che proprio due anni fa aveva festeggiato il secolo di vita.
Se il fallimento di Stile sancisce la fine della gestione di Lilli Bertone e soci, che avevano tentato fino all’ultimo di tenere in piedi il gruppo con una richiesta di concordato preventivo andato a vuoto, nulla è ancora scritto sul futuro occupazionale che l’impresa potrebbe tornare a garantire ora che industriali italiani e stranieri potranno acquistarla a prezzi mai visti finora.
Dice Marinella Baltera, Fiom-Cgil, e Margot Calliero, Fim-Cisl:“La nostra speranza è questa: che il fallimento, e la chiarezza che la sentenza porterà nei prossimi giorni, gli interessati a comprare la Bertone si facciano avanti in tempi rapidi. Solo così si potrà scongiurare la mobilità per i quasi cento operai coinvolti nella vicenda e si potrà dare nuovo lavoro a chi custodisce le professionalità di questa storica fabbrica del Torinese”.
La Bertone è il miglior elemento di Caprie. Non a caso, negli ultimi mesi, l’incertezza sul futuro della Stile è stata vissuta con apprensione nel paese valsusino: “Al termine di una vicenda strana, in cui sono circolati nomi di mille possibili compratori, dai russi ai cinesi, il fallimento ci lascia sperare in un unico epilogo - dice Gian Andrea Torasso, sindaco di Caprie fino a pochi mesi fa, e per molti anni -: che un italiano, o una cordata di imprenditori italiani, rilevi l’azienda. Perché è ovvio che, se la Bertone venisse acquisita da stranieri interessati solo al nome, sarebbe difficile salvaguardare l’occupazione”.
Dopo il fallimento di ieri, e la nomina di Filiberto Ferrari Loranzi come curatore fallimentare, tra gli addetti ai lavori è nata la speranza che la Bertone venga acquistata “Anche noi speriamo di veder riaprire l’azienda”, dice il sindaco Paolo Chirio. “Per decenni la Bertone ha portato Caprie nel mondo ed è logico sperare che una simile eccellenza continui ad esistere”, aggiunge il vicesindaco Marco Moretta. Difficile, almeno per ora, sapere i nomi dei reali pretendenti a diventare i futuri proprietari di Bertone. Si parla di Italdesign e Giugiaro; ma, forse, sono solo voci di paese. Pure il valore dell’azienda è difficilmente quantificabile: un anno fa superava i 10 milioni di euro. Ma col fallimento, e il marchio passato, solo la perizia del curatore darà risposte sicure.
Al di là di queste somme, a sperare che qualcuno compri sono innanzitutto i lavoratori. Perché, in assenza di un’offerta, sono quelli che hanno più da perdere: tre mesi di stipendio mai pagati a fine 2013, un anno di cassa integrazione subordinato al futuro acquisto dell’azienda e, infine, il lavoro.