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Sparita dalle edicole da un anno ora L'Unità va all'asta


Ieri il Tribunale di Roma ha incaricato un perito di stimare il valore della testata fondata nel 1924 da Gramsci e affondata definitivamente dalla recente gestione a bandiera PD

Fine di un'epoca. O di un'agonia. Va all'asta L'Unità, lo storico quotidiano fondato da Antonio Gramsci. Ieri il Tribunale di Roma ha incaricato un perito di procedere alla valutazione della testata nata nel 1924, il foglio simbolo della sinistra italiana. Una volta depositata la perizia, il giudice potrà procedere alla vendita del giornale. La vendita all'asta de L'Unità, assente dalle edicole quasi da un anno, è conseguenza delle ingiunzioni presentate dai suoi ex giornalisti, ancora in attesa del pagamento degli stipendi dei mesi di maggio e giugno 2017. Gli ex dipendenti del quotidiano rilevato nel luglio 2015 dall'imprenditore del settore dell'edilizia Pessina, in totale circa una trentina, si sono rivolti al Tribunale di Roma prima con una serie di decreti ingiuntivi per la liquidazione degli stipendi non pagati dall'editore poi hanno presentato istanza di pignoramento della testata, divenuta effettiva nel dicembre scorso. Ora si attende la perizia sulla testata cui seguirà l'asta. Ma all'asta non andrà, invece, il vero tesoro, ossia l'archivio storico del quotidiano, di proprietà dei Pessina. Il quotidiano era tornato in edicola nel luglio del 2015 dopo la crisi che aveva portato nel 2014 alla sospensione delle pubblicazioni. In quel caso per l'ex proprietario della testata si era aperta la strada del concordato fallimentare. Poi l'avvento della segreteria Renzi e il rilancio (tentato) battente bandiera PD. Rotative riaccese a luglio 2015 con l'80% delle quote in mano ai Pessina e il resto al partito. Ma in meno di due anni L'Unità è sparita dalle edicole, perdendo copie al pari del consenso elettorale perso dal Pd. 

 

 


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