Sul tavolo del Ministero alcune importanti situazioni di crisi, tra queste Alitalia, Almaviva, Bekaert e Italiaonline (ex Pagine Gialle). Sono 144 le vertenze aperte e 189mila i lavoratori coinvolti
Le imprese con meno di 20 addetti sono oltre 4 milioni (pari al 98,2 per cento del totale) e danno lavoro a 8 milioni tra operai e impiegati, pari al 56,4 per cento di tutti gli addetti del settore privato presenti in Italia. Nessun altro Paese dell’Eurozona può contare su una platea di micro aziende così fondamentale per l’occupazione. A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA che stima che almeno il 70 per cento di questi piccolissimi imprenditori prima di mettersi alla guida della propria attività abbia lavorato come dipendente. Un’esperienza che è stata determinante per la formazione e il know how di questi titolari d’azienda che, tra le altre cose, hanno da sempre un rapporto con le proprie maestranze fondato sulla stabilità, il rispetto e l’amicizia. Valori che sono alla base degli straordinari risultati occupazionali ottenuti. Nelle realtà italiane con meno di 20 addetti lavora il 56,4 per cento degli occupati del settore privato; la media dell’Eurozona, invece, si attesta al 39,9 per cento, vale a dire 16,5 punti percentuali in meno rispetto all’Italia. Oltre all’elevato numero e alle straordinarie ricadute occupazionali, le micro realtà produttive - costituite da milioni di artigiani, commercianti, esercenti e piccolissimi imprenditori - sono importanti anche per il peso del fatturato e del valore aggiunto che producono. Secondo gli ultimi dati riferiti al 2015, le aziende italiane con meno di 20 addetti hanno generato 1.071 miliardi di fatturato che incidono per il 35,9 per cento sul totale nazionale. Per quanto riguarda il valore aggiunto, ovvero la ricchezza prodotta nel Paese, queste piccolissime attività hanno realizzato 286 miliardi di euro, pari al 9,9 per cento del totale nazionale. Sempre in termini di lavoro, l’Ufficio studi della CGIA ha stimato anche l’andamento degli occupati e dei disoccupati previsto nel secondo semestre di quest’anno. Stando alle previsioni formulate prima dell’estate, negli ultimi 6 mesi dell’anno dovremmo registrare, rispetto allo stesso periodo del 2017, 36 mila occupati in più (+0,2 per cento) e 25 mila disoccupati in meno (-0,9 per cento). Nonostante lo scenario generale sia positivo, rimangono aperte ancora molte crisi aziendali. Al 30 giugno scorso, infatti, i tavoli presso il Ministero dello Sviluppo Economico erano 144, con almeno 189.000 lavoratori coinvolti. Di queste imprese, 31 hanno cessato in tutto o in parte la loro attività in Italia per delocalizzare all’estero. Le situazioni più critiche che il ministro Di Maio dovrà affrontare nelle prossime settimane sono quelle di Alitalia, Almaviva, Bekaert e Italiaonline (ex Pagine Gialle).