L’associazione fu fondata nel 2004 per rilevare gli asset e titolo sportivo del fallito Calcio Monza. E’ nelle mani del presidente Anthony Jon Domingo Armstrong-Emery decidere se rinunciare all’associazione o investire in questa.
E’ stata presentata la prima istanza di fallimento
E’ stata presentata la prima istanza di fallimento da uno dei creditori della squadra che attualmente milita campionato di Divisione Unica (ex Serie C). Il creditore è uno studio di architetti di Milano, occupatisi della riqualificazione dello stadio Brianteo e del centro sportivo Monzello, ma mai pagati. Il credito sarebbe pari ai 100 mila euro.
Il progetto, però, è fermo dallo scorso giugno, come ammesso al telefono dall’architetto incaricato. Il termine di presentazione era invece per il 15 novembre.
La prima udienza di fallimento
L’istanza di fallimento è stata depositata presso il Tribunale, che ha già fissato la prima udienza. Entro lunedì prossimo il Monza dovrà costituirsi consegnando la documentazione contabile. I dirigenti dovranno spiegare alla sezione fallimentare che si può recuperare.
La titolare del Monza, la società LuckySeven, ha come socio l’inglese Armstrong-Emery, che dovrà per forza di cose soddisfare alcuni creditori.
Le voci sulla vicenda del fallimento
Intanto, il presidente, l’amministratore delegato e il consigliere delegato Cristiano Perrotti si stanno adoperando per salvare il salvabile.
Sono stati pagati gli stipendi di luglio e agosto ai dipendenti, calciatori compresi naturalmente. E sono stati stati estinti alcuni debiti con i fornitori, in particolare con quelli già arrivati alla procedura di pignoramento verso terzi.
Il suo patron residente nel Principato di Monaco non è un gran periodo. Stando a molti giornali internazionali, infatti, non avrebbe restituito nei termini (e maggiorati di interessi al 20%) circa 70 milioni di dollari raccolti un anno e mezzo fa da un migliaio di investitori di Singapore per progetti edilizi in Brasile, luogo in cui ha famiglia. La MAS, l’autorità monetaria di Singapore, ha inserito la sua multinazionale, EcoHouse Group, nella black list delle società inaffidabili.
Il 22 settembre è stato destituito da presidente dell’Alecrim, società di calcio brasiliana di quinta serie. L’Alecrim avrebbe un debito di 300mila real (corrispondenti a 100mila euro), ma sotto la guida dell’imprenditore inglese era arrivato ad averne anche 1 milione.
Successivamente c’è stata la decisione del Collegio arbitrale della Lega Pro relativamente al licenziamento, dello scorso aprile, del responsabile dell’area tecnica Gianluca Andrissi. Ecco il comunicato stampa congiunto: “L’Ac Monza Brianza 1912 e Gianluca Andrissi in data 26 settembre 2014 hanno siglato un accordo con il quale è stato risolto consensualmente il rapporto di lavoro intercorso, nonché ogni aspetto ad esso connesso. In questi mesi le parti hanno chiarito ogni aspetto relativo al rapporto che ha legato il club al direttore sportivo, riconsiderando con maggiore obiettività e flessibilità le proprie posizioni. La decisione del presidente di interrompere la collaborazione con Andrissi non era stata dettata da ragioni personali o inerenti la professionalità di Andrissi, bensì unicamente di riorganizzazione aziendale e ottimizzazione delle risorse. La società pertanto intende riconoscere la diligenza, correttezza e capacità professionali dimostrate da Andrissi, nonché i risultati grazie allo stesso raggiunti nel corso dell’intero rapporto che lo ha legato all’Ac Monza Brianza 1912 Spa, mentre Andrissi dichiara di avere concluso con serenità e senza recriminazioni la propria esperienza nell’Ac Monza Brianza, dove ha maturato importanti soddisfazioni personali e professionali. Le parti esprimono reciproca soddisfazione circa l’accordo raggiunto, che rappresenta una soluzione condivisa e consensuale della controversia insorta e si augurano reciprocamente i migliori risultati futuri”. Andrissi, per lo meno avrebbe vinto il ricorso ottenendoil pagamento degli stipendi degli ultimi cinque mesi.
I problemi relativi al bilancio
Al 30 giugno 2013 la perdita d’esercizio era stata di 3.005.674 euro contro 1.404.858 dell’esercizio precedente. Il patrimonio netto negativo era pari 149.236 euro (416.676 nel 2012), i debiti 2.309.924 (2.299.795 nel 2012), di cui verso banche 599.796 (431.009 nel 2012) e verso fornitori 1.120.936 (1.232.445 nel 2012). Il documento prosegue così “in data 6 giugno 2013 l’Assemblea dei soci ha deliberato l’azzeramento del capitale e la contestuale ricostituzione al minimo legale. La deliberazione si è resa necessaria a seguito delle risultanze della situazione patrimoniale al 31 dicembre 2012 e al 30 aprile 2013, che evidenziavano una consistente perdita di esercizio e una situazione patrimoniale negativa. In particolare, al 30 aprile 2013 la società aveva accumulato perdite pari a euro 2.614.733, con un conseguente patrimonio netto negativo pari a euro 947.676. I versamenti effettuati dal nuovo azionista nel corso del periodo successivo hanno consentito di garantire la ricapitalizzazione necessaria, con la ricostituzione del capitale sociale a euro 120.000, oltre riserve per euro 121.704,72”.