La procura di Torino ha chiesto il fallimento della General Power Srl, che possedeva la proprietà del gruppo Marachella, azienda che si occupava di diverso settori, dall'energia al campo della ristorazione. L'azienda è stata oggetto di dichiarazione di fallimento il 13 giugno 2014 dal Tribunale di Tornino. Le indagini sono state effettuate dal nucleo polizia tributaria di Torino e sono sottoposte al coordinamento dai pm Eugenia Ghi e Marco Gianoglio. Sono venuti fuori dall’inchiesta distrazioni che hanno raggiunto quasi i 10 milioni di euro, a sua volta ricollegati a finanziamenti concessi, sotto forma di prestito infruttifero, dalla General Power Srl alla fallita gruppo Marachella Spa.
I magistrati inquirenti hanno, dunque, presentato richiesta per il fallimento della società controllante e hanno deciso di procedere, urgentemente a sequestrare ciò che resta dell'azienda, dove ritroviamo un complesso immobiliare a Narzole, in provincia di Cuneo, formatp da 16 villette con garage e cantine, per un totale di 49 unità immobiliari. Il valore dei beni sequestrati raggiunge i due milioni e 600mila euro. Sono state sottoposte a sequestro anche le quote di altre due aziende partecipate dalla General Power Srl: il 100 per cento della Mwb Srl, società di Cuneo che si occupa di Metallurgia e il 50 per cento della Solidus holding Srl di Roma. Il valore nominale delle quote sequestrate è di 65 mila euro. Il gip del tribunale di Torino ha disposto la convalida del sequestro.
La decisione del pm Eugenia Ghi
Scatta l'indagine per bancarotta ed evasione fiscale da parte del pm, diretta ai fondatori del gruppo Marachella, fallito la scorsa estate. Nel registro degli indagati sono stati registrati il presidente e amministratore delegato, Marco Maniezzi, e il suo vice Marco Costale. Gli ambiti di investimento spaziavano in tutti i setturi, raggiungendo nel 2012, 20 milioni di fatturato e oltre 500 dipendenti. Una salita rapida quanto la discesa. Il crac finanziario è arrivato due anni fa, quando i vertici hanno presentato al tribunale di Torino la richiesta di concordato in bianco. Così il sogno è finito e colpisce i ristoranti: Marco Polo, Flu e Pautasso. Poi l’hotel Barrage di Pinerolo; gli impianti di risalita di Garessio, la Corriera della Certosa di Val Casotto e il golf relais Monforte, nel cuore delle Langhe.
La procedura fallimentare affidata a Cacciari
La procedura fallimentare, affidata a Paolo Cacciari, non è terminata. I debiti nel totale potrebbero andare oltre i 20 milioni di euro, ovvero due volte il capitale sociale messo a deposito.
La speranza degli operai della Tonutti Wolagri
Andrea Bonfini, il curatore fallimentare ha comunicato alle sigle sindacali riunite nella sede udinese di Confindustria, una proposta di affitto d'azienda.
Non sono state svelate indiscrezioni, ma si pensa che la proposta sia in continuità e arrivi dalla Bargam, come affermato anche dal legale rappresentante, Pietro Calò. Dopo il fallimento, è arrivata una buona notizia. Ma è solo l’inizio. Adesso tocca al Ministero.
Date le due sedi italiane dell’azienda (Remanzacco e Mantova), il via alla cassa integrazione straordinaria deve venire daRoma. “Siamo davanti a un’offerta pilota – dice Giuseppe Mazzotta della Fiom Cgil –, un’offerta che consente di attivare la richiesta di esame congiunto per arrivare alla cassa integrazione speciale. La curatela ha condiviso l’idea che le unità produttive restino nei singoli luoghi. Sulla base della proposta del giudice, si aprono poi i termini per l’assegnazione”.
Si cerca di ricominciare nel più breve tempo possibile. La richiesta di cassa integrazione da Confindustria al Ministero dovrebbe essere inviata oggi. Bisognerò attendere 20 giorni per vedere le conseguenze. Parallelamente il tribunale dovrà decidere se concedere oppure no l’affitto d’azienda. La speranza della Fiom è di rientrare in fabbrica entro Marzo. Ci sono le commesse già saldate da consegnare, nonché da finire..
“E poi il prodotto di Tonutti Wolagri è stagionale – dicMazzotta –, semplicemente l’azienda non può permettersi un fermo più lungoPer il momento i lavoratori si sono limitati ad ascoltare la discussione vera arriverà quando avremo di nuovo un interlocutore”.
La storia del calo della Tonutti Wolagri
Il destino della Tonutti Wolagri subisce un grave colpo lunedì 9 febbraio. In tale data il il tribunale di Udine, su richiesta del pubblico ministero Raffaele Tito, aveva dichiarato il fallimento. E' stato come un fulmine a ciel sereno, giunto, poi durante fase della speranza. Quando cioè la Bargam stringeva in mano l’ok di fornitori e banche con il concordato preventivo. Ma il documento giunge fuori tempo massimo al giudice. A rallentare il processo sarebbe stata l'opinione delle delle banche, che avrebbero risposto tardivamente.
E il 20 gennaio il tribunale constata che non è avvenuto alcun deposito. Il decreto di improcedibilità del concordato preventivo ha aperto al fallimento per una realtà che aveva il via libera dei creditori al risanamento. “In questi giorni il curatore ha visto le forniture pronte per essere spedite a Suzzara, con clienti che hanno già pagato – ha sottolineato Calò –. La nostra era un’azienda viva e in ogni caso non l’abbandoniamo. Crediamo nel progetto della fienagione e di Tonutti Wolagri”.