Brunetta ha proposto di recente l’introduzione di una figura professionale innovativa che, secondo le intenzioni, dovrebbe contribuire in maniera incisiva a risolvere il problema dell’inerzia latente e della disorganizzazione cronica dei tribunali italiani: si tratta di un vero e proprio manager, addetto alle aule.
Il progetto è stato affidato al ministro della Giustizia, Angelino Alfano. La proposta rappresenta una presa di coscienza emblematica di quelli che sono i limiti della giustizia italiana, che la collocano tra le peggiori in Europa. Secondo il ministro della Pubblica Amministrazione “Oggi il potere politico e` in balia della cattiva giustizia”. Se è vero che il tribunale è un’industria con il compito di produrre un bene complicato, secondo il paragone dello stesso Brunetta, non occorrono più soldi o più magistrati ma solo una migliore organizzazione della “macchina”.
L’obiettivo primario è ovviamente cercare di ridurre la durata dei processi, nota dolente che rappresenta senza dubbio il tallone d’Achille della giustizia italiana. La speranza è che i controlli e la trasparenza snelliscano l’iter nelle aule dei tribunali.