Retromarcia del Comune: "Non possiamo perdere il Casinò, se fallisce danno enorme per la città"
Congelato dal Comune, con un vero e proprio colpo di scena, il fallimento del Casinò di Campione. Non può fallire una società la cui proprietà è detenuta da un unico ente pubblico come il Comune. Questo il succo della memoria depositata ieri in tribunale a Como dalla Casinò di Campione Spa. Atto che sembra sia stato partorito dentro le 'stanze municipali' e che ha di fatto sparigliato le carte. Il giudice era chiamato a decidere sull’istanza di fallimento portata avanti dalla Procura della Repubblica, ma il documento della Spa e l'ultima trovata del Comune, che ha 'congelato' i debiti del Casinò con la municipalità al 30 aprile prossimo, hanno di fatto bloccato qualsiasi decisione. E dire che l'istanza della Procura sembrava ben motivata: i magistrati hanno evidenziato lo squilibrio economico della società che gestisce la casa da gioco, il pesante passivo accumulato, l’incapacità di far fronte ai creditori e soprattutto di rispettare lo scopo sociale per la quale era stata costituita nel 2014, cioè di consentire al Comune di raggiungere il bilancio di pareggio. Ma è proprio il Comune, che nel 2016 aveva segnalato alla Procura l’anomala situazione venutasi a creare, che alla fine ha tirato il freno. "Se fallisce il Casinò, fallisce tutta Campione, e questo non lo possiamo permettere", ripete da tempo il sindaco Roberto Salmoiraghi, colui che domenica sera ha convocato d’urgenza la giunta municipale per adottare una delibera che allunga i termini di pagamento da parte della casa di gioco fino al 30 aprile.