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Il cantiere di piazzale Mondadori è in fallimento


La situazione non è certo delle migliori con ben tre società in liquidazione, un imprenditore agli arresti domiciliari e la chiusura della cooperativa Leale.

Il cantiere è ora fermo da un anno e non si capisce fino a quando resterà in tali condizioni

Il cantiere non lavora ormai da un anno e si rischia che le cose vadano così a lungo. La situazione è  degradante e di incertezza e da quel fantasma di macerie si sparge tutt'attorno, non lontano dal centro storico. A questo si riduce oggi l’ex piazzale Mondadori dove doveva nascere un albergo, uffici, negzoi, abitazioni ed un parcheggio sotterraneo. Tutto ciò prevedeva il piano di attuazione sovracomunale del 2007.

Le società che sono finite in liquidazione

Alla fine del 2013, dopo l'inaugurazione del parcheggio, l'operazione di carattere immobiliare si fermò per la crisi che colpì il mercato. E' stato inevitabile per le tre società coinvolte, che possono essere ricondotte all’imprenditore Antonio Muto di Curtatone e alla cooperativa muratori la Leale di Roncoferraro avvertire la crisi: Forum Mondadori, proprietaria dell’area, Società consortile piazzale Mondadori e Iniziativa piazzale Mondadori, a cui la Forum si affidava per i lavoro. Tutt'e tre le società sono state messe in liquidazione, tra queste una, la Consortile, ha dichiarato il fallimento lo scorso 26 gennaio, mentre per le altre due si sta tenendo una vera e propria corsa per riuscire ad avere una ristrutturazione dei debiti, alquanto dubbia (47 milioni 305mila euro).

Gli indagati sono ben trenta

Il sindaco di Mantova è accusato di corruzione in atti giudiziari. L’ipotesi degli inquirenti è che Sodano abbia fatto pressioni sul Consiglio di Stato affinché venisse del tutto ribaltato il responso su Lagocastello in modo da andare a favore del costruttore Antonio Muto. Gli inquirenti di Brescia pensano addirittura al coinvolgimento di un magistrato. Il sindaco della città, scoppiando a piangere ha dichiarato ai giornalisti di non essere un mafioso.
C'è stata, poi,  l’inchiesta della Direzione investigativa antimafia di Brescia. Con essa Muto, il liquidatore delle due società che erano sopravvissute è stato arrestato. In questo modo il cantiere di piazzale Mondadori è privo di un referente giacché a Muto  sono stati negati contatti con l'esterno, e Marco Esposito, richiesto dalle banche (solo Mps ha un’esposizione di circa 28 milioni di euro), non ha ancora accettato l’incarico, sottoponendolo all’ottenimento dell’omologa dal tribunale. Per quanto concerne la Leale c'è stata una dichiarazione dove si dice che questa, dallo scorso semestre non è più nelle società, scegliendo con i nuovi amministratori, di svalutare il patrimonio.

In questo modo la speranza di salvare la Forum Mondadori dal fallimento è man mano calata

La Forum Mondadori sembra correre verso il fallimento. La richiesta di ristrutturazione del debito in Tribunale necessita dell’adesione di alcuni creditori che dovrebbero provvedere alla rinuncia del 70% delle loro aspettative, mentre il passo indietro del Comune di Mantova, spiegato dal sindaco Nicola Sodano, pure lui sottoposto ad indagine, diventa un problema. I legali della società hanno spiegato che “La situazione va affrontata con la massima urgenza perché qualche creditore potrebbe presentare un’istanza di fallimento”. Cosa accaderebbe dunque al piazzale Mondadori? Asta con un probabile ricavo di 7 milioni di euro, ma i tempi sarebbero allungati senza alcuna certezza. I residenti dell'area limitrofa continuano a lamentarsi per gli scavi, il parcheggio sotterraneo ormai ricchi di bisce, topi e rane, ed acqua stagnante. Via Conciliazione non è neanche più praticabile dai mezzi di soccorso.
La base della gru è finita nelle pozzanghere e diventa pericolosa, va smontata secondo un'ordinanza del sindaco e lo stagno va prosciugato.

La scelta della Leale

In tale situazione c'è la cooperativa Leale co una cinquantina di dipendenti che, in circa un semestre ha cambiato la sua governance. Così la cooperativa Leale con cinquanta dipendenti, in sei mesi ha cambiato il modo di getsire le cose.  “Siamo arrivati l’anno scorso d’estate – spiega il nuovo presidente Nicola De Vecchi, scelto lo scorso 22 dicembre e socio dal luglio 2014 - e stiamo completando un piano di risanamento e di sviluppo della cooperativa”. Il primo passo è stato quello di uscire dalla società con Muto: “E lo abbiamo fatto in tempi non sospetti - dice De Vecchi - Abbiamo preferito svalutare il nostro patrimonio in bilancio e perderlo per poi metterci a lavorare. I risultati finora sono soddisfacenti: l’attività della coop prosegue normalmente e avrà anche uno sviluppo”. Il cda ha subito una riduzione da sette a cinque membri “e presto entrerà a farne parte il nostro direttore generale, Marco Coppini, già al suo posto di lavoro dal 5 gennaio scorso”.


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