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Il Bari fallisce, si apre la procedura d'asta


Il Bari può ancora salvare il titolo sportivo e la categoria a cui appartiene, passando ad un altro proprietario con l’asta fallimentare.

Il club barese deve consegnare i libri della contabilità al Tribunale. Questa pratica dovrebbe essere espletata dall’amministratore unico, Francesco Vinella, non oltre i primi giorni della settimana.

Non si esclude che i tempi vengano anticipati a venerdì, se si considera che la camera di consiglio del Tribunale di Bari si riunisce sui fallimenti di lunedì e dunque, il caso del Bari potrebbe essere già esaminato il tre marzo.

Giacchè l’iniziativa parte dal soggetto insolvente, le procedure sono snelle: non sono previste udienze, il tribunale andrà ad emettere la sentenza del fallimento andando a nominare un curatore fallimentare incaricato dell’esercizio provvisorio dell’azienda.

Per tutelare i creditori, il curatore attinge dalla massa attiva della società, compresi i beni pignorati.

A tutela dei creditori, il curatore attinge ad ogni massa attiva vantata dalla società, compresi i beni pignorati. Il curatore andrà Contemporaneamente, il curatore nomina i periti che dovranno stabilire una valutazione economica del club, fissando il prezzo posto a base dell’asta. Tale percorso richiederà dai quaranta ai sessanta giorni. Nel calcio, i casi più simili a quello del Bari si sono verificati a Pescara, Ascoli, che è stato rilevato il 6 febbraio all’asta fallimentare a soli 51 giorni.

Ciò che compone il patrimonio del Bari sono i cartellini dei calciatori, tra quelli di proprietà spiccano Defendi, Romizi, Sciaudone, Galano, Caputo, nonché le comproprietà di Sabelli e Ceppitelli, il settore giovanile, il marchio della società. Difficile, quindi, stimare un valore inferiore ai cinque milioni.

Coloro che rileveranno il club dovranno garantire la prosecuzione della gestione sportiva fino al terminare della stagione in corso. Per le ritenute Irpef del 17 marzo e le scadenze, ritenute e contributi di metà aprile e metà giugno, ci vogliono 1.5 milioni.

La nuova proprietà potrebbe dover sborsare circa 7-8 milioni. Se l’asta dovesse andare deserta, ci sarebbero degli incanti successivi andando a defalcare il prezzo di un terzo, man mano.

Il vantaggio, però, starebbe nel cercare un club pulito. La soddisfazione dei creditori verrà effettuata attraverso il ricavato dell’asta.

La nuova società sarà affidata alla Figc e andrà a terminare le pratiche per l’iscrizione al torneo entro il primo luglio. Cambierà, dunque, il nome del club che andrà a perdere la denominazione A.s. Bari. Ieri, oltre 200 tifosi erano a sostenere la squadra durante gli allenamenti.


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