Il Gruppo editoriale Zanardi è in una situazione caotica ed il tempo per salvaguarda l’azienda si sta stringendo. Il 23 maggio bisognerà presentare in tribunale la proposta concordataria o l’eventuale rinuncia al concordato, è vicina. I giorni successivi saranno importanti per comprendere anche la partita relativa agli ammortizzatori di cui potranno usufruire i 138 lavoratori (93 sono dipendenti dell’unità di Padova e 45 del vecchio stabilimento di Maniago, chiuso a luglio 2012).
Dubbi e preoccupazioni. Per ora non esiste un progetto chiaro: soltanto dubbi e preoccupazioni rispetto anche all’intenzione della società di procedere col licenziamento collettivo degli addetti, messa nero su bianco in una lettera inoltrata ai sindacati e alla Province di Pordenone e Padova e al ministero del Lavoro l’11 aprile.
Il quadro che è venuto fuori nell’incontro di ieri tra i vertici del Gruppo e i rappresentati sindacali, tra cui Massimo Albanesi (Cisl) e Claudio Pettovello (Cgil) è abbastanza netto.
I sindacalisti si sono esposti in tal senso: “L’azienda sta attraversando una fase delicata e preferiamo, al momento, stare in attesa e vedere come si chiuderà la partita relativa al concordato. Il 23 maggio è il termine ultimo fissato dal tribunale per presentare la proposta, in quanto l’azienda aveva già chiesto una proroga di sessanta giorni. La preoccupazione resta comunque elevata: ci sono molte incertezze. Anche per quanto riguarda la vertenza degli ammortizzatori sociali, di cui i lavoratori potranno usufruire in futuro, si dovrà attendere la chiusura della procedura concordataria”.
La situazione a livello finanziario resta molto delicata. L’amministratore unico Mario Grillo, a marzo, aveva parlato di diversi debiti. Molte sono le iniziative fino ad ora intraprese dalla società, dirette a trovare partner o acquirenti. Purtroppo queste non hanno portato ad alcun risultato ed è venuto meno il supporto del sistema bancario. Dieci giorni fa la cassa integrazione è stata approvata: ossigeno per gli addetti, senza soldi da mesi.
La cristallizzazione, con l’emanazione del decreto, da Roma è stata sbloccata. Ciò non significa che le spettanze arriveranno subito nelle tasche delle famiglie. Allo stato attuale i lavoratori attendono: l’Inps sta provvedendo ad effettuare i conteggi e a disporre il pagamento delle quote di ammortizzatore. Durante le scorse settimane, Pettovello aveva lanciato un appello all’ente previdenziale per accorciare i tempi.