Udine è la seconda in regione per il numero di sfratti in classifica che testimoniano un dramma fortemente ignorato.
Lo scorso hanno ha registrato circa 632 nel primo semestre dello scorso anno. Tra questi, 152 sono stati effettuati in provincia di Udine, di cui 63 solo in città, 259 a Trieste, 139 a Pordenone e 82 a Gorizia.
Circa nove casi su dieci sono provvedimenti che sono stati adottati per morosità, molto più raramente che per scadenza del contratto, e quasi mai per necessità del locatore. Andando a confrontare i dati con quelli dell’anno precedente è venuto fuori un aumento del 15% sui provvedimenti che sono stati adottati. In tutto il 2012 sono stati registrati i seguenti numeri: 1.100, di cui 304 a Udine, 265 a Pordenone, 122 a Gorizia e 409 a Trieste. Questi ultimi dati rappresentano una vera e propria impennata.
Ci sono, poi, i dati del Ministero dell’interno divulgati dall’Unione inquilini regionale che sono ancora provvisori e saranno confermati solo a giugno ma vanno a delineare l’emergenza.
Vediamo che, per quanto riguarda il 2010, la crisi economica aveva già iniziato a farsi sentire e a produrre i suoi frutti. Nelle provincia di Udine il numero degli sfratti ha toccato la quota 170, una cifra che è stata quasi raggiunta in soli sei mesi lo scorso anno.
Ci sono state, poi, le richieste di esecuzione che sono state presentate dall’ufficiale giudiziario; esse sono state circa 1.197 in un semestre, di cui 261 in provincia di Udine, 487 a Trieste, 323 a Pordenone e 30 a Gorizia.
Questo il commento di Mauro De Agostini: “I dati sono drammatici e non registrano nemmeno tutta la realtà. Alcune persone sono costrette a dormire in macchina, sono cittadini italiani che, fino a qualche anno fa, in seguito a uno sfratto avevano la possibilità di trovare altri alloggi, ma non è più così gran parte delle esecuzioni scatta per morosità, fino al 2008 questi sfratti non superavano il 50%. È chiaro che una volta uscite di casa queste persone, spesso senza lavoro, non trovano un’altra sistemazione. Abbiamo chiesto una proroga sfratti, fissata al 31 dicembre prossimo, vale solo per finita locazione, limitatamente ad alcune categorie, ma per la morosità incolpevole non si trovano ancora rimedi”.
È stato creato un fondo specifico, ma al di là del fatto che mancano le disponibilità finanziarie manca anche il decreto attuativo. Prima di Natale è stato chiesto un incontro al presidente della regione, Debora Serracchiani, alla quale è stata sottoposta la proposta di legge già adottata in Toscana, per andare a favorire la graduazione degli sfratti. Si ha l’impressione, tuttavia, che a livello locale ci sia un forte sottovalutazione del reale problema.
E’, dunque, giunto l’appello del segretario nazionale dell’Unione inquilini Walter De Cesaris. Per quest’ultimo sono necessari interventi strutturali, come ad esempio un piano per 800 mila abitazioni sociali in Italia che si possono realizzare andando a recuperare e riusare il patrimonio pubblico. E’ necessaria una nuova leva fiscale sulla casa, che vada a spostare il prelievo fiscale della rendita immobiliare speculativa, verso l’affitto socialmente compatibile. Ad esempio, andando ad abbattere totalmente l’imposizione fiscale per chi accetta di ridurre gli affitti della metà.