Il nosocomio rimasto a secco per un guasto alle tubature Acea a Trastevere, le sale operatorie ferme a causa dell’interruzione del servizio hanno avuto come conseguenza una riunione di 4 ore, per 200 persone, in vista della mobilitazione generale ospedaliera del 10 marzo. In tale data dovrebbe esserci un secondo piano di ristrutturazione. Il licenziamento di 170 dipendenti era stato bocciato dalla regione.
Gli esponenti sindacali hanno rilevato gli ultimi conti presentati nella giornata di ieri dell’amministrazione ospedaliera. Qui è emerso che, relativamente al fatturato di 110 milioni di euro, nel 2013, gli stipendi dei lavoratori toccano solo i 55 milioni di euro. Il piano di ristrutturazione presentato precedentemente, che prevedeva il licenziamento dei 170 dipendenti, non ha dunque, trovato giustificazione con i bilanci alla mano e per questo è stato bocciato.
Le uscite del Fatebenefratelli nell’ultimo anno sarebbero state pari a 118 milioni di euro, con un fatturato di 110 milioni di euro. Unico disavanzo riconosciuto è di 8 milioni e su questi per i sindacati bisogna intervenire. Si insiste perché questi 8 milioni siano addossati ai dipendenti ospedalieri e colmati aumentando le attività a pagamento dell’ospedale, tagliando le prestazioni sociali.
Il problema resta cosa farà la proprietà, qualora non si riesca a rientrare in questi 8 milioni in rosso.
L’assemblea di 4 ore ha portato alla decisione di organizzare una mobilitazione, il 10 marzo, o sotto il ministero della Sanità o sotto la sede della regione Lazio.
La scelta non è causale, giacchè è stato previsto il tavolo Regione Lazio-proprietà dell'ospedale per discutere sul nuovo piano di ristrutturazione dell'ospedale proposto dall'amministrazione dell'ospedale.
Resta, però, un debito precedente dell’ospedale, pari a 270 milioni di euro.
L'incontro tra la proprietà del Fatebenefratelli-Isola Tiberina e i sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl, ha portato alle seguenti opzioni: fallimento o taglio dei costi del personale in tre anni di 12 milioni di euro.
Per Antonio Cuozzo, Cisl Fp Roma, bisogna leggere carte e bilanci, la situazione è complessa, il timore è che si voglia semplicemente tagliare il personale, secondo un copione visto e rivisto.
Gli scorsi giorni le polemiche avevano portato alla chiusura definitiva, dopo un anno di fermo dei lavori, del reparto di psichiatria e del blocco del day hospital di odontoiatria, dal primo gennaio 2014. La conseguenza è stato che i genitori dei pazienti con disabilità, han visto respinte, dopo mesi di attesa, le cure dovute, facendo intervenire i carabinieri per la riapertura della sala operatoria.