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Fallimento Gesco e Rizzoli


La Gesco sta andando verso il fallimento, dopo 13 anni difficili, di tempi di attesa e 14 milioni di euro investiti e non fruttati. Il consorzio delle piccole imprese, chiamate Gesco, nasce con lo scopo di poter realizzare un comparto artigianale di 96.000 metri quadri nella ex Olivetti. Siamo di fronte ad un vero bivio.

Il consorzio era in concordato preventivo dal 2013

Il consorzio era in concordato preventivo dal 2013, nelle scorse settimane ha chiuso una partita importante: ha finito di pagare 1,5 milioni di euro alle imprese di credito, in via principale a quelle che hanno realizzato i capannoni mai riempiti (e lasciati a metà) nelle terre della ex Olivetti. A Gesco sono rimasti da pagare ancora circa 600.000 euro nei confronti di alttre ditte ma anche una somma sicuramente minore rispetto alle banche: circa 14 milioni di euro. Successivamente al saldo degli 1,5 milioni ai creditori, il pubblico ministero del concordato ha presentato richiesta per il fallimento del consorzio. Non andando a ravvedere, in modo evidente, la possibilità che Esco vada a completare il ripiano della sua situazione di debito. Una richiesta che qualora venisse accolta, andrebbe a decretare la paroa la fine di questo tribolato progetto.

«Ma non finirà così», spiega Giuliano Angelotti, dal 2007 presidente di Gesco

«Subito dopo la richiesta del pm – ha detto– abbiamo incontrato il giudice della procedura a cui abbiamo presentato un piano concordato con gli istituti di credito che prevede un rientro dei debiti in cinque anni. In pratica un altro concordato che permetterà al consorzio di ripartire». Al di là del periodo difficile, Angelotti – che, fa pensare, alla sua Ecoedil è uno dei soci della prima ora di Gesco e ha deciso di sottoscrivere una fideiussione dell’ordine degli 80.000 euro : è del tutto positivo. “Il clima è cambiato. Finalmente dopo anni in cui la politica ci ha assurdamente negato quel che chiedevamo, cioè il frazionamento dei lotti in spazi di 250 metri più appetibili e funzionali per le piccole imprese, ci sono le condizioni per ripartire. Ci sono alcuni soci che vogliono entrare. E gli istituti di credito ci stanno dando fiducia”.

Il 26 aprile sarà una data importante

La data importante è quella del 26 aprile, quando Gesco e la squadra di istituti di credito (con la finanziaria Capita Service di Mps in prima linea) e i soci di Gesco andranno a finire in tribunale. Stavolta prendendo le carte dell’accordo. E sarà in tale data che il giudice andrà a stabilire se bisogna decidere per il fallimento o se si dovrà aspettare per un’altra chance al progetto.
Angelotti è pieno di fiducia: “Il sistema del credito ci sta sostenendo, crede nel progetto. Se avessero voluto farci fallire lo avrebbero potuto fare in qualsiasi momento. Il fallimento avrebbe come risultato solo il dissesto di noi soci, 12 aziende che difficilmente sarebbero in grado di reggere il colpo. E la vendita per pochi euro a qualche “sciacallo” dell’area Olivetti. Non finirà così”. Semmai, sembra ribadire in modo polemico, “è stata la politica che in questi anni ha inspiegabilmente frenato il progetto, impedendo quello spezzettamento dei lotti che poi la giunta Volpi e il consiglio comunale ci hanno concesso. Eravamo in 37, siamo rimasti in 12 a causa di questi ritardi. Bisognerebbe chiedere i danni alla politica”.
Insomma, nonostante la crisi e quanto accaduto fino a questo momento (che dovrebbe scoraggiare chiunque), Gesco ci sta credendo. “Abbiamo nuovi soci, piccole aziende della metalmeccanica e di altri settori, pronti a entrare, costruiremo capannoni per 30mila metri quadrati, entro l’autunno, se tutto andrà come deve, inizieranno le opere di urbanizzazione. Il clima è cambiato”.

Intanto le Officine Rizzoli potrebbero essere acquisite dagli italiani

Officine Rizzoli, storica azienda di Budrio che fallisce nel 2013, è stata rilevata alla quarta asta. Dopo più di due anni, attraverso i quali per lo più fondi e società straniere sono avanzati, ma senza mai finire per formalizzare una concreta proposta di acquisto, il 26 marzo scorso la Nuova Ortopedia Rizzoli – formata da due aziende italiane, la campana Ortopedia Petta e la lombarda Centro Ortopedico Rinascita –  ha, quindi, acquistato il “lotto 1” a circa 3.000.000€ . Lo avvisa noto Giovanni Montanari, Assessore alle politiche del lavoro, che ha spiegato: "Come amministrazione comunale, siamo soddisfatti di questa acquisizione perché oltre a sbloccare una situazione che andava via via sempre più complicandosi, rispetta gli obiettivi da subito concordati dai soggetti coinvolti in questi due anni ai Tavoli in Provincia tra cui il nostro Comune: acquisizione di tutto il complesso aziendale senza smembramenti e mantenimento dell’intera occupazione (137 dipendenti in tutta Italia di cui circa 40 nel sito produttivo di Budrio)."

Le promesse provenienti dall'amministrazione

Nel frattempo che ci siano le consegne - l'amministrazione spiega - "continueremo a monitorare la situazione, nella speranza che da questa acquisizione possano maturare solide basi per un rilancio di questo storico marchio e delle sue apprezzate produzioni che hanno permesso in questi due anni, attraverso l’esercizio provvisorio, di non interrompere il lavoro e di non disperdere quel patrimonio di saperi e competenze vero valore aggiunto di questa attività.Continueremo a lavorare affinché si possano creare condizioni ottimali che possano ridare prospettive e maggiori certezze ai lavoratori ed alle loro famiglie che, seppur tra tante difficoltà, non si sono persi d’animo permettendo il conseguimento di questo primo importante obiettivo."


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