E' il consigliere comunale Giuseppe Romanotto, con una lunga dichiarazione, ad aprire la problematica dell'ATO.
“I lavoratori corrono il rischio di perdere la disoccupazione. Inoltre il loro credito deve essere stato ammesso nello stato passivo. È passato più di un mese da quando il Tribunale civile di Palermo, Sezione IV Civile e Fallimentare, con Decreto del 22/12/2014 ha dichiarato il fallimento della società Alto Belice Ambiente S.P.A. non sussistendo le condizioni per l'apertura della procedura di amministrazione straordinaria in assenza di concrete prospettive di recupero dell'equilibrio economico. Vedo che alcuni dipendenti dell'ATO continuano a lavorare e mi chiedo, e chiederò al Sindaco direttamente in Consiglio Comunale, con quale contratto prestano la loro attività al servizio del Comune, se sono assicurati contro gli infortuni sul lavoro (INAIL), se hanno una copertura previdenziale e chi li pagherà per il lavoro reso in questi giorni?”
Le problematiche poste da Romanotto
“Sono stati informati i lavoratori dell'ATO di questi problemi? Vorrei sapere inoltre cosa ha deciso il curatore fallimentare sulla sorte dei rapporti di lavoro considerando che non è possibile continuare l'attività per la società fallita. Se l'intimazione di licenziamento ha efficacia retroattiva alla data della dichiarazione di fallimento, così come sostenuto nell'articolo di ieri, i lavoratori corrono il rischio di perdere la disoccupazione, oggi Assegno sociale per l'impiego (ASPI) considerato che la domanda all'INPS va inoltrata entro 67 giorni dal licenziamento. Ad oggi sono già passati 37 giorni dalla data di fallimento. Inoltre, mi chiedo se gli ex dipendenti dell'ATO siano stati informati riguardo il loro diritto di presentare l'insinuazione al passivo nella procedura fallimentare per avere riconosciuto il diritto, in qualità di creditori, ad essere ammessi nello stato passivo al fine di poter percepire gli ultimi stipendi non pagati e il trattamento di fine rapporto. A tal proposito mi sembra corretto ricordare ai lavoratori che il fondo di garanzia istituito presso l'INPS richiede che il lavoratore dimostri che sia stata emessa la sentenza dichiarativa del fallimento e che il suo credito sia stato ammesso nello stato passivo”.
Sono diciassette i comuni della provincia di Palermo dove dal 29 Gennaio non si svolgerà la raccolta rifiuti
Dal 29 gennaio sono in diciassette i comuni della provincia di Palermo in cui non si terrà la raccolta dei rifiuti. Stiamo parlando di di Altofonte, Belmonte Mezzagno, Bisacquino, Campofiorito, Camporeale, Chiusa Sclafani, Contessa Entellina, Corleone, Giuliana, Monreale, Palazzo Adriano, Piana degli Albanesi, Prizzi, Roccamena, San Cipirello, San Giuseppe Jato, Santa Cristina Gela.
L'Ato, ovvero Alto Belice Ambiente, serviva questi comuni, per circa 117.000 abitanti. Sono 227 i dipendenti della società incontratisi per un sit in innanzi alla Prefettura di Palermo. A seguito del decreto fallimentare del 22 dicembre, non si è giunti ancora ad una soluzione. L'assessore regionale al Territorio, con delega ai Rifiuti, Vania Contrafatto, si è occupata dell'istituzione di un tavolo permanente presso il dipartimento Rifiuti di viale Campania. Parteciperanno delegazioni di sindaci, sindacati e professionisti.
La nota del curatore fallimentare Bonomonte
Cristina Bonomonte, curatore fallimentare dell'Alto Belice Ambiente, attraverso una nota inviata il 27 gennaio al commissario straordinario dell'ente Taverna, ha chiarito quanto segue: "Considerata la natura del contratto di lavoro , lo stesso è entrato in una situazione di quiescenza, fino al momento in cui gli organi fallimentari non decideranno di sciogliere (con il licenziamento) il rapporto, ovvero proseguirlo, e ciò solo nell'ipotesi di esercizio provvisorio autorizzato dal Tribunale. Fino a quel momento, pertanto, non sussiste alcun diritto per il lavoratore a percepire la retribuzione e, conseguentemente, non vi è obbligo alcuno di corrisponderla. Con il fallimento l'impresa entra in una fase statica e quindi i rapporti di lavoro devono ritenersi temporaneamente sospesi, con conseguente stato di quiescenza dei diritti ed obblighi reciproci".
Il curatore aggiunge che scioglierà i contratti attraverso l'intimazione di licenziamento con efficacia retroattiva alla dichiarazione del fallimento. Essendo stato disposto l'esercizio provvisorio, i rapporti di lavoro sono sospesi. Il lavoratore non può dunque rendere la prestazione per la società fallita. I sindacati sono pronti per la vertenza.
Cosa dicono i sindacati
Valerio Lombardo (Fp Cgil), Dionisio Giordano (Fit Cisl) e Nino Celano (Uiltrasporti) chiedono a gran voce l'intervento delle istituzioni, della politica e del tribunale fallimentare, in modo che si vadando ad evitare eventuali emergenze, data la situazione particolare che vede famiglie da un futuro incerto e lavoratori che non ricevono, ormai, tre stipendi.
La protesta dei lavoratori andrà avanti. I sindacalisti confidano nel fatto che si possa giungere ad una soluzione del problema. I lavoratori sono davvero allo stremo e in preda alla disperazione. Sta diventando molto difficile poterli gestire.