Secondo quanto emerge dall'Osservatorio su fallimenti, procedure e chiusure di imprese stilato da Cerved, nel corso del primo trimestre dell'anno sarebbe stato registrato un positivo calo delle procedure fallimentari nel nostro paese. Nel dettaglio, Cerved afferma che le procedure sono state 3.600 unità, in contrazione del 4,5 per cento rispetto allo stesso periodo di confronto precedente, con una concentrazione prevalente nel settore dell'edilizia, dove sono 756 - nei primi tre mesi d'anno - le imprese che hanno aperto una procedura fallimentare (pur oltre 100 in meno rispetto al 2015, con contrazione del 12,4 per cento). Oltre all'edilizia, appaiono in calo - ma più contenuto - i fallimenti nel settore del terziario (- 1,9 per cento) e dell'industria (- 1,2 per cento).
Ottimismo ma... con cautela
Fin qui, le notizie positive: il calo dei fallimenti è sicuramente una notizia che dovrebbe creare un senso di ottimismo nel comparto, soprattutto denotando la continuità di questi risultati soddisfacenti. Tuttavia, occorre ricordare come non siano pochi i punti di preoccupazione o, per lo meno, di dovuta cautela. A cominciare, ad esempio, dal fatto che i 3.600 procedimenti di fallimento rimangono comunque un ammontare estremamente elevato in termini assoluti e su base storica, a ribadire come il tessuto imprenditoriale italiano stia ancora subendo le difficoltà della lunga congiuntura sfavorevole.
In aggiunta a quanto sopra, vi è un ulteriore dato di negatività. Sebbene complessivamente le procedure fallimentari siano calate, l'elemento non è contraddistinto da omogeneità. Le società di persone sono infatti andate in controtendenza, con un incremento delle procedure fallimentari del 3,6 per cento; di contro, nelle società di capitali si è fortunatamente registrato un decremento più marcato della media, con riduzione dei fallimenti aperti pari al 5,4 per cento.
Qualche dato statistico
Sempre in termini statistici, ricordiamo come nel corso dell'ultimo decennio il picco delle procedure fallimentari si sia toccato nel corso del terzo trimestre del 2015, con un numero di procedimenti pari a 4.238 unità. Di contro, il punto più basso della serie storica è relativa al terzo trimestre del 2007, quando i fallimenti furono "solamente" 1.385. Da quel momento in poi è partita una lunga strada che ha accentuato la gravità del fenomeno, fino ad arrivare al tetto sopra delineato.
Per quanto concerne invece le procedure non fallimentari, il trend sembra essere in più decisa contrazione. Oscillazioni "tecniche" a parte, il volume delle procedure non fallimentari è in calo continuativo dall'ultimo trimestre del 2014, quando le procedure furono 892. Nel primo trimestre 2016 il numero è invece sceso a 503 unità.
A questo punto, occorrerà comprendere se il trend del calo delle procedure fallimentari possa o meno confermarsi anche nel corso dei prossimi trimestri. La tendenza calante non è ancora così forte da poter permettere di pianificare con precisione le proprie valutazioni sul futuro a breve e medio termine. Continueremo dunque a monitorare l'andamento del fenomeno, non appena verranno diffuse nuove statistiche sul suo sviluppo.