Fallimento

Edimo Taddei ed Ex Hotel Granduca in fallimento


Potrebbero finire in strada circa 1.500 dipendenti a causa della reazione a catena, dopo il fallimento della spa che sembra rendere vana ogni speranza: Ciancarella Luciano, Aquilana Calcestruzzi, Cicolani Enzo, Aquilaprem, Tmc Impianti, Orsolini, Coedil 99, Mastrangeli Srl, Palmerini, Celi Calcestruzzi, Fiordigigli Srl, Inerti Aquilana, Centi & Cecala, Di Sibio Combustibili, Aquilav, Staffetti.

Il fallimento è stato dichiarato a febbraio 2015

La società per azioni ha subito la dichiarazione di fallimento, il 19 febbraio da parte del tribunale di Roma dopo un’istanza accolta della società Wilsider, che fornisce l'acciaio (che ha un credito 50 mila euro), attraverso l'appoggio dell’assicurazione Siac che ha saldato l’azienda, che aveva assicurato il suo credito, e ha proseguito la procedura fallimentare, e alla fine il giudice ha sostenuto la compagnia assicurativa.

Cosa spiegano i fornitori

“Il fallimento della Edimo Spa, oltre a costituire un disastro per i dipendenti e per la famiglia Taddei, che in 25 anni di storia ha dato lustro alla nostra città e soldi a poggia, lo è per l’intero comprensorio aquilano. Oggi il gruppo va aiutato, senza se e senza ma, lasciandolo lavorare e dando lavoro senza pensare agli ammortizzatori sociali. Occorre capire che, se questa grande azienda viene fermata, si scatenerà un effetto domino sull’indotto che lavora da anni con il gruppo”.
Sono ben 156 le aziende aquilane che fanno parte dell’indotto del gruppo Edimo che, costantemente, anche in questi ultimi periodi di difficoltà, sono state vicine all’azienda del patron Carlo Taddei e dei figli.
“La ricaduta sarebbe la fine della nostra città”, spiegano anche perchè sarebbero coinvolti più di 1.500 lavoratori di svariate aziende: elettricisti, idraulici, carpentieri, officine, gommisti, fornitori di cemento e materiale edile, prodotti per edilizia e termoidraulica, noleggiatori di mezzi, ristoratori, lavanderie, fornitori di legnami, materiali plastici, coibentazioni, materiali in ferro, serramenti, fornitura di carburante e altri ancora.
Tali piccole e medie imprese finirebbero sull'orlo del precipizio in quanto connesse a doppio filo con il gruppo Edimo. «Non è un elenco merceologico da Camera di commercio, questo è semplicemente il disastro che seguirà al fallimento di Edimo», dicono i titolari.
La città ormai vive con un nucleo industriale che è un cimitero dopo la chiusura delle più grandi aziende: Otefal, Carteco, Wood Alberyani, Becker Polveri, Forex. La ricostruzione dopo il sisma è latente, ma è anche l’unica speranza che permane.

Al momento la situazione è di totale blocco

“Adesso siamo tutti fermi, bloccati. Che cosa dobbiamo fare?”, chiedono i fornitori della Edimo che pretendono delle istituzioni: “devono rispondere e dare certezze. Ora si vedrà se avranno la forza di aiutare non una azienda, ma una più altre 156 aziende, e fermare la fine di questa città, partecipando invece alla sua vera rinascita”.
Ormai L’Aquila è esclusa anche dai vari ministeri visto che a Roma l’idea è che la città non abbia nemmeno una sede da 500 metri quadrati per poter ospitare un’istituzione come l’Agenzia del lavoro che andebbe a spettare di diritto al capoluogo.
“Per 50 mila euro”, dicono ancora le aziende, “buttiamo giù dalla torre aziende che pagano 1,5 milioni di euro ogni mese solo per le spese”.

Fallisce anche l'hotel Granduca di San Giuliano Terme

E' stato sigillato l'Hotel di Pisa, l'ex Hotel Granduca di San Giuliano Terme, altri dipendenti che da mesi non ricevono lo stipendio. C'è stata una vera e propria protesta sulla strada del Brennero, si attende l'arrivo del curatore fallimentare. L'amministratore unico della società Simone Salsini, amministratore unico della Cms, la società che gestisce l'albergo, è stato nuovamente incontrato ma il colloquio ha condotto ad un nulla di fatto. "Ci ha chiesto – dice il dipendente, Giacomo Paolini - altro tempo promettendo un acconto di 800 euro entro il prossimo 18 marzo. Ma ormai non ci fidiamo più visto che l'ultimo acconto risale al 31 dicembre ed era di soli 100 euro".

Questo il comunicato stampa di Salsini: "Abbiamo rilevato la gestione nel febbraio 2014, senza alcun tipo di marketing e di politica commerciale alle spalle. Per questo abbiamo stipulato un contratto di sei anni in modo da avere un tempo di ritorno dell’investimento adeguato e poter assorbire senza problemi le difficoltà del primo anno e degli anni successivi tra novembre e dicembre, in periodo di bassa stagione, abbiamo avuto alcune criticità finanziarie che potevamo comunque fronteggiare con affidamenti bancari che erano ormai prossimi alla deliberazione, anche alla luce della proficua gestione di avvio. Può dirsi decisivo in senso negativo il fallimento di Iniziative Turistiche srl, società affittante l’azienda. Tale episodio ha irrigidito in modo irreversibile il sistema creditizio e paralizzato le possibilità di finanziamento dalle banche perché la nostra attività non aveva più alcun tipo di garanzia, potendo il curatore sciogliersi dal contratto. A quel punto la prosecuzione è avvenuta facendo appello alle risorse finanziarie proprie, con conseguente necessità di privilegiare i fornitori strategici, divenuti diffidenti a causa delle allarmanti notizie diffuse dopo il fallimento. Ovviamente si è registrata anche l’impossibilità di far fronte agli impegni verso i dipendenti i quali già avevano sopportato l’insolvenza a loro carico della società affittante".

C'è stato il cumulo di sei mensilità, più la tredicesima, sono stati inviati solo alcuni acconti

Nonostante il tavolo della Prefettura, le soluzioni della gestione hanno trovato l'ostilità negli agenti pubblici. L'amministratore unico sostiene che, comunque, saranno adempiuti tutti gli impegni.


News correlate