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Dl Fallimenti: come velocizzare i processi?


All’interno del Dl Fallimenti, potrebbe presto trovare spazio un nuovo pacchetto di norme finalizzate a rendere più efficiente il processo civile: norme che sarebbero stralciate – ma si attende conferma - dal disegno di legge delega in discussone al Senato dopo l’approvazione della Camera, per poterle inserire nel Dl suddetto e, dunque, dotarle di efficacia immediata.

Cosa conterrà il Dl Fallimenti

Oltre alle norme già intraviste in materia di rimborsi bancari, il Dl Fallimenti dovrebbe dunque contenere una serie di interventi aggiuntivi di nuova introduzione, come l’avvio di istituti come il pegno non possessorio, nuovi poteri per gli organi societari di controllo (dai sindaci ai revisori), riduzioni delle tempistiche per le insinuazioni al passivo, e così via. In ulteriore integrazione, dovrebbe trovare spazio anche la revisione e il potenziamento di alcuni passaggi chiave della fase esecutiva, favorendo pertanto i pignoramenti, e predisponendo una sorta di corsia preferenziale per l’afflusso di nuova finanza, con la possibile sospensione delle soglie antiusura su controllo dell’autorità giudiziaria. Ad ogni modo, come sopra anticipato, è il quotidiano Il Sole 24 Ore a informare della possibile aggiunta di una serie di disposizioni precedentemente introdotte nella delega sulla procedura civile, e che invece potrebbe essere dirottate sul Dl Fallimenti proprio per dare efficacia immediata alle stesse e, dunque, rispondere più prontamente alle esigenze di mercato.

Il rito sommario di cognizione

Tra le varie norme, potrebbe dunque trovare inserimento quella sull’applicazione del rito sommario di cognizione per tutte le cause di competenza del giudice unico, con il rito ordinario di cognizione che sarebbe invece conservato per le sole liti nelle quali il tribunale giudica in composizione collegiale. L’obiettivo è chiaro: cercare di ridurre i tempi, escludendo la previsione astratta di scadenza obbligatorie, e snellendo pertanto la mole di processi civili attualmente in essere. Un obiettivo che proprio il rito sommario allargato potrebbe permettere di conseguire, visto e considerato che la sua durata media è di 535 giorni, contro i circa 900 giorni dei procedimenti avviati con rito ordinario.

Il tribunale delle imprese

È sempre il quotidiano Il Sole 24 Ore, infine, a porre in essere qualche valutazione sul nuovo piano organizzato delle competenze del tribunale delle imprese, che verrebbero estese e diversificate. All’interno delle aule del tribunale delle imprese troveranno infatti spazio anche le controversie in materia di concorrenza sleale, anche se non è interessato l’esercizio dei diritti di proprietà industriale e intellettuale, le controversie in materia di pubblicità ingannevole e comparativa e le azioni di classe. Non solo: sempre secondo il quotidiano sarebbero reinserite all’interno del tribunale delle imprese le controversie riguardanti gli accordi di collaborazione nella produzione e nello scambio di beni o servizi, relativi a società interamente possedute dai partecipanti all’accordo, le controversie in materia di abuso di dipendenza economica e le controversie in materia societaria già devolute alla sezione specializzata, anche relative a società di persone.


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