I marchi della De Tomaso finiranno nelle mani della società cinese «Ideal team venture» per una cifra pari ad un milione e 50 mila euro. In questo modo termina la lunga parentesi dell’azienda e dei suoi lavoratori. L’acquirente non ha preparato nessun industriale.
Il giudice, dottoressa Giovanna Dominici, aveva aperto l’asta per la De Tomaso affermando: «Ripetiamo sperando di avere più fortuna».
Due le offerte presentate per l'acquisizione dell'azienda
Erano state presentate nuovamente due offerte provenienti dalle stesse imprese già in lista nelle due volte precedenti e sconfitte dalla «L3» che però, dopo aver vinto l'aggiudicazione della De Tomaso all'asta, si era smaterializzata e che ora è stata posta sotto indagine da parte della Procura. Sono la italiana «Eos» che offre la base d’asta di 580 mila e la societò cinese «Ideal team venture» che pure offre 580 mila. Entrambe le offerte non hanno previsto la progettazione di alcun piano industriale.
L'asta termina alle 12, quando la italiana Eos decide di fermarsi a un milione e 50 mila euro. Non si batte più oltre, almeno per lei. L’avvocato milanese Giampaolo Salsi che era in rappresentanza della cordata cinese con sede legale alle isole vergini e operativa a Hong Kong ha affermato che la società si occupa della produzione di auto e che continuerà a fare ciò in Cina con il marchio De Tomaso.
Come hanno reagito i lavoratori alla notizia
Mario Valiante, delegato Fiom, rappresenta in questi termini la sua delusione: «E’ partita male e finisce peggio, gli unici a rimetterci sono i lavoratori che restano dopo cinque anni di speranze con un pugno di mosche». E ribadisce: «Siamo delusi e arrabbiati; è evidente che il governo e anche la Regione non sono riusciti a mantenere un marchio così importante in Italia. Il rammarico più grosso e sentire che le auto le fanno si’, ma in Cina non in italia».
E il segretario Fim Vittorio de Martino sostiene si debba subito prendere in considerazione il tema delle prospettive occupazionali di questi e di altre migliaia di lavoratori del Piemonte. «Occorre che il tavolo promesso da Chiamparino a noi e a Cgil, Cisl, Uil si faccia e subito».
E Giuseppe Anfuso della Uil non è da meno. Infatti, sostiene che con tale accordo si vada a chiudere una vicenda molto triste che ha avuto inizio tempo fa e che si chiude nel peggiore dei modi. I lavoratori ci rimetteranno. E la cosa che rattrista è che l’imprenditoria italiana e piemontese non abbia investito nella professionalità di lavoratori che sanno fare le auto e le fanno bene: «Un altro marchio che se ne va nel silenzio della politica e delle istituzioni».
E' anche il Presidente della Regione Chiamparino ad esprimersi
Per il presidente della Regione, Sergio Ciamparino, «la vendita del marchio De Tomaso ai cinesi non è una buona notizia». «Di fatto - spiega Chiamparino - questo lascia senza risposte il problema dei lavoratori e del futuro produttivo dell’azienda. Bisogna capire bene chi siano i nuovi compratori, poi proveremo a capire se si può trovare una strada che garantisca possibilità di lavoro a quanti dei 900 lavoratori non riescono ad accedere agli ammortizzatori sociali. Vogliamo evitare - sottolinea il presidente della Regione - di lasciare le famiglie al lastrico, per noi è un serio e importante problema». Chiamparino ha poi spiegato che la Regione sta per promuovere un incontro, con i sindacati e l’Unione industriale, la prossima settimana.
La Immobiliare fallita, le case sono state messe all’asta
Gli stabili tra via Cappelletti e via I Maggio, a Mariano, saranno messi in vendita direttamente ad ottobre al miglior offerente. Non ci sarà un diritto di prelazione per gli acquirenti, che perdono così le caparre che sono state già versate alla “Romanina”.
Gli stabili all’angolo tra via Giuseppe Cappelletti e via I Maggio, a Mariano Comense, saranno messe all'asta e rilasciate al miglior offerente. Nessun canale di preferenza, quindi, per i commissari acquirenti, cioè gli aspiranti inquilini dei due condomini, che nel 2012 avevano messo il loro impegno per acquistare gli appartamenti andando a versare una caparra persa per sempre, a causa del fallimento de La Romanina Immobiliare, l'effettiva proprietaria degli stabili.
L'asta non è di certo a loro preclusa, ma l'idea di dover pagare spese di ristrutturazione, visto che le palazzine sono ormai devastate, ha fatto desistere molti possibili acquirenti.
L’asta per i 29 appartamenti di via Cappelletti avrà luogo il prossimo 1 ottobre alle 9, presso il tribunale di Como. Per gli interessati le regole sono semplici. Bisogna presentare un'asta d'acquisto alla cancelleria delle esecuzione immobiliari entro il 30 settembre. In caso di asta infruttuosa, la seconda si terrà il 26 novembre.