Esecuzioni

Bologna: esecuzione forzata in carcere e vendita all�asta dei beni


E’ un caso che ha fatto molto discutere, qualche giorno fa, ciò di cui vi stiamo per raccontare. Si tratta della storia di un detenuto e della società di recupero crediti Cofactor Spa, con sede in via Farini a Milano.

La lettera reca quanto segue: "Si comunica che, previo ordine del Tribunale, si procederà all’asporto dei beni in suo possesso, se necessario con l’intervento della forza pubblica e forzando la porta in caso di assenza". Il mittente è la società anzidetta, il destinatario, invece, udite udite, è un detenuto. Si tratta di Vincenzo Giordano, 44 anni, nato a Napoli, detenuto nel carcere della Dozza di Bologna. Nel 2008 l’uomo, disoccupato e senza fissa dimora, ammazzò un algerino dopo un litigio nei pressi della mensa pubblica e sta ora scontando una condanna di 15 anni.

Il preavviso della vendita giudiziaria è stato inviato a Giordano Vincenzo, via del Gomito 2, Bologna. Si avvisa, inoltre, che si avvierà un procedimento esecutivo nei confronti di Giordano, "sito nell’abitazione sopra riportata, per la vendita forzata di denaro contante, mobili, autoveicoli rinvenuti nell’abitazione e nelle sue adiacenze".

Il signor Giordano, assistito dal suo legale, Milena Micele, si rivela felice ed attende l’esecuzione forzata che lo porterebbe, sicuramente, per paradosso, alla “libertà”.

La società di Milano probabilmente ignora l’indirizzo, cadendo in una pessima figuraccia. L’avviso continua prevedendo un’ulteriore comunicazione, ovvero si procederà all’asporto dei beni, se necessario, attraverso l’intervento della forza pubblica e forzando la porta in caso di assenza.

Non si capisce come il detenuto possa essere assente. Il credito resta, inoltre, ignoto e si attendono ancora i chiarimenti richiesti dal legale.


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