La denuncia
L’ultima denuncia viene dal deputato di Unidos ed ex governatore della Sardegna Mauro Pili. Ecco quanto dice in un’interrogazione alla camera: «La galleria Royal Athena ha riproposto nei siti internet la vendita di 5 straordinari reperti archeologici. Vengono tutti impunemente messi in vendita a cifre tra i 37mila e i 6.500 dollari, per complessivi 124mila, con descrizioni di autenticità e datazione. Tra Londra e New York si svende la nostra civiltà, senza che nessuno intervenga per contrastare questa gravissima lesione».
Nel passato recente erano venute fuori altre tappe del mercato di queste statuette. Al di là della liceità o no di certe trattative commerciali, va comunque ricordata la questione etico-storica posta dalla possibilità di mettere all’asta on line pezzi inestimabili del passato di un intero popolo, un qualcosa di inaccettabile.
La vergognosa situazione
«È vergognoso - attacca poi con riferimento al sottosegretario Francesca Barracciu, del Pd – che i Beni culturali si occupino di proporre farneticanti trasferimenti dei Giganti di Mont’e Prama al Quirinale e non facciano niente per impedire che pezzi pregiati della civiltà nuragica vengano svenduti in giro per il mondo. Scandaloso, infine, che il ministero, nonostante segnalazioni simili siano state fatte in anni passati, non abbia fatto assolutamente niente per fermare questo traffico – conclude –: tutto ciò dev’essere subito fermato e perseguito, anche sul fronte penale, se emergeranno reati».
Il materiale messo all’asta
Cerchiamo di capire qual è il materiale messo all’asta on line: c’è la statuina di un guerriero sardo che indossa il casco con le corna e una tunica, mentre imbraccia l’arco sopra una spalla. Definito raro, viene indicato come proveniente da privati elvetici. In vendita per 30mila dollari, dovrebbe risalire a 2.800 anni fa. C’è poi un altro soldato, con copricapo, faretra sulla schiena e fiocco. Collezione privata, ex svizzera. VIII secolo avanti Cristo. L’asta parte da 25mila dollari.
C’è, poi, un cervo di bronzo, con lunghe corna. Presentato come «molto raro», arriverebbe da «collezionisti francesi». Esposto alla Picker Art Gallery, nella Colgate University, Stati Uniti, tra il 1985 e il 1999, è datato nono-ottavo secolo a.C. È all’incanto per un prezzo che parte da 37.500 dollari. Poi un «montone nuragico»: «grande testa allungata e corpo cilindrico sulla piccola base». «Raro – prosegue la descizione sul web – Periodo presumibile ancora l’ottavo secolo antecedente alla nascita di Cristo. Valore a base d’asta: 6.500 dollari. Infine un soldato: «Indossa un elmo cornuto e una corta tunica con scollo a V, arco sulla spalla sinistra, viso ovale, lungo naso sottile che si fonde con sopracciglia sporgenti». Queste le descrizioni sul sito. Circa l’origine nel catalogo su internet si cita un’altra collezione, stavolta inglese. Periodo nuragico, VIII-IX secolo. Battuto a partire da 25mila dollari.
E la legislazione nazionale , in tutto questo, dov’è?