Procedura concordataria in bianco. Ecco cosa è nascosto dietro la protesta si cui sono stati protagonisti lunedì i dipendenti della Arbe Industrie Grafiche di Modena, storica società tipografica modenese. L'azienda opera da circa quarant’anni sul territorio, e nasce dalla collaborazione tra gli imprenditori Artioli e Bertolini.
L'attuale assetto societario di Arbe Industrie Grafiche può essere riportato al 1987 e qualche anno dopo si è registrata l’uscita della famiglia Artioli. Oggi la proprietà è gestita, per circa il 79 per cento delle quote, ancora a Riccardo Bertolini e per il restante a Nanda Ascari. Una realtà storica che ha rischiato di sparire improvvisamente a causa di difficoltà con il mondo bancario che – tale almeno sembra essere la posizione ufficiale dell'azienda – ha improvvisamente chiuso i rubinetti del credito. E così qualche settimana fa la richiesta al Tribunale di Modena di azionare un concordato in bianco. Al momento sono 26 le persone impiegate nell'azienda, in cassa integrazione da circa un anno: l'ammortizzatore sociale, infatti, scadrà presto: il 22 luglio prossimo. Ma se le conseguenze, con la procedura di concordato in bianco, possono essere diverse (dalla continuità, al subentro di una nuova realtà industriale e persino la chiusura), quanto comunicato dall'azienda ai sindacali delinea il più oscuro dei finali. Nei vari incontri con la parte sindacale, infatti, ciò che è stato comunicato dalla direzione aziendale è una prospettiva di chiusura dello stabile di via Emilia Ovest, con conseguente licenziamento dei dipendenti, per cui la società ha aperto una procedura di mobilità.
Queste le parole di Marco Balilli della Slc:”Nell'ultimo incontro di lunedì, abbiamo chiesto la disponibilità a ragionare insieme su soluzioni che possano evitare i licenziamenti, anche attraverso la possibile vendita dell’azienda. Ma non abbiamo avuto grandi riscontri a riguardo”.
La notizia della possibile chiusura è arrivata inaspettata, nonostante la consapevolezza delle difficoltà. A febbraio, infatti, Arbe aveva ceduto un ramo d’azienda con 20 dipendenti a un’altra azienda del Reggiano, la Guatteri di cui Arbe è proprietaria al 48 per cento: l’operazione aveva fatto credere che si potessero risolvere i problemi economico-produttivi legati al calo delle commesse. E ora l'orizzonte sembra ancora più triste. Da ciò la volontà dei sindacati di richiedere un tavolo istituzionale alla Provincia di Modena che possa coinvolgere anche l'amministrazione comunale della città, per tentare di evitare il peggio, ritirare i licenziamenti e garantire la produzione e la presenza della società sul territorio.